Il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha annunciato mercoledì che non si ricandiderà nuovamente alla guida del partito liberal-democratico, ponendo così fine a un mandato di tre anni durante il quale ha dovuto fare i conti con bassi indici di popolarità e con un’economia in difficoltà. Il partito, che governa ininterrottamente da decenni, avvierà nuove elezioni a settembre e il vincitore diventerà il primo ministro. Non farà parte della corsa alle urne Kishida, che ha deciso di non concorrere nuovamente alla guida del partito.



“In queste elezioni presidenziali del partito, è necessario mostrare alla gente che il LDP sta cambiando e che il partito è nuovo” ha affermato Kishida parlando ai giornalisti a Tokyo. Per questo motivo il presidente ha invocato “elezioni trasparenti e aperte e un dibattito libero e vigoroso sono importanti”. Secondo il primo ministro ha aggiunto che “il primo passo più ovvio per dimostrare che il partito liberal-democratico cambierà è che io mi faccia da parte”.



Kishida non si ricandiderà: chi lo sostituirà

Kishida è in carica dall’ottobre 2021: il presidente ha visto i suoi indici di gradimento e quelli del suo partito scendere bruscamente nel corso del suo mandato, come risposta all’aumento dei prezzi che ha colpito i redditi giapponesi. Diversi scandali hanno poi coinvolto la presidenza nel corso dei tre anni. Kishida ha dovuto fare i conti anche con diverse tensioni a livello mondiale, come la guerra in Ucraina, nella quale ha preso posizione insieme a tutto il Paese al fianco di Kiev.

Kishida, come sottolineato dall’ambasciatore statunitense Rahm Emanuel su X, “ha contribuito a costruire un reticolo di alleanze e partnership di sicurezza nella regione indo-pacifica che resisterà alla prova del tempo”. Il primo ministro avrebbe potuto governare fino al 2025 ma visto lo scarso appeal agli occhi della popolazione, ha scelto di farsi da parte. Lo scorso anno il presidente è sfuggito a un attacco con bomba a tubo e ha anche dovuto affrontare forti critiche per un importante scandalo di tangenti legato legato alle raccolte fondi. A sostituirlo potrebbe essere il ministro della digitale Taro Kono o il ministro della sicurezza economica Sanae Takaichi, che sarebbe la prima donna premier del Giappone.