L’imperatore del Giappone Akihito ha abdicato: al termine di una cerimonia durata alcune ore, l’ormai ex sovrano dell’impero esistente più antico del mondo ha lasciato in eredità al figlio, il principe Naruhito, le insegne del comando. Come riportato da Il Post, Akihito, 83 anni, secondo il rituale ha prima annunciato le sue intenzioni a varie divinità all’interno di un santuario nel Palazzo Imperiale. Quando in Italia erano le 10 di mattina (le 17 in Giappone) è iniziato il vero e proprio rito dell’abdicazione, che ha avuto una durata di circa 10 minuti ed è stato trasmesso in diretta dalla televisione nazionale. La cerimonia si è svolta all’interno del “Matsu-no-Ma” (la Camera di pino), ritenuta la sala più prestigiosa del Palazzo: tecnicamente, Akihito resterà imperatore fino alla mezzanotte. Akihito, come riferito da TgCom24, nel suo ultimo discorso da reggente ha dichiarato:”Ringrazio il popolo giapponese per il supporto. Mi auguro che la nuova era sia stabile e foriera di buone notizie”. Dopo l’abdicazione, Akihito assume ufficialmente il nome dell’era da lui inaugurata nel 1989: “Heisei”, “pace raggiunta” e a partire dal 1° maggio, assumerà anche un titolo inedito: Daijō Tennō, “imperatore emerito”. (agg. di Dario D’angelo)
AL SUO POSTO IL PRINCIPE NARUHITO
Sarà il primo imperatore in 200 anni di storia ad abdicare: Akihito passa la mano, il Giappone è pronto a vivere una svolta che è giusto definire storica. Sarà il figlio del sovrano, il principe Naruhito, a prendere in mano le redini dell’Impero del Sol Levante, ma il passaggio di consegne non sarà immediato e prevede una transizione che ha inizio oggi, 30 aprile, e durerà per 6 mesi prima di concludersi il prossimo 1 novembre. Il Giappone è la più antica monarchia al mondo ancora esistente: Akihito, salito al trono nel 1989 alla morte del padre Hirohito, è stato il 125esimo sovrano della sua linea dinastica ed è l’unico sovrano al mondo che mantiene ancora oggi il titolo imperiale, per quanto da dopo la Seconda guerra mondiale si tratti di un ruolo puramente rappresentativo e privo di poteri politici. Come sottolineato da “Il Post” con l’abdicazione avrà fine anche l’era “Heisei” (“pace ovunque”), ovvero il nome del regno scelto quando Akihito salì al trono. Subito dopo comincerà l’era “Reiwa”, cioè “armonia e fortuna”, il linea con la tradizione giapponese che vuole che con ogni nuovo imperatore inizi un nuovo periodo che compone un calendario parallelo rispetto a quello gregoriano.
GIAPPONE, ABDICA IMPERATORE AKIHITO
Akihito non è stato un imperatore “qualunque”: si tratta di un sovrano che è stato in grado di creare un forte senso di vicinanza con il popolo, scrollandosi di dosso l’aura “divina” che era stata tipica dei suoi predecessori e sarà ricordato come colui che ha stretto le mani della sua gente scendendo in mezzo al suo popolo nei giorni del disastroso tsunami del 2011. Akihito è stato anche il primo imperatore a recarsi in vista ufficiale in Cina, nel 1992, chiedendo scusa per i danni causati dal suo Paese nel corso delle due guerre sino-giapponesi. Ma perché Akihito ha deciso per l’abdicazione, considerando che si tratta di una scelta così inusuale per gli imperatori giapponesi? Il sovrano ha 83 anni ed è malato da tempo: è dall’agosto del 2016 che ha annunciato la sua volontà di ritirarsi a causa dell’avanzare dell’età, e del timore di non poter svolgere al meglio l’esercizio delle proprie funzioni. Come riporta Sky, l’abdicazione di Akihito sarà la prima dal 1817, quando avvenne la rinuncia al trono dell’imperatore Kokaku.