Il Giappone ha chiesto a un tribunale di Tokyo di sciogliere la Chiesa dell’unificazione in seguito all’assassinio dell’ex primo ministro Shinzo Abe avvenuto nel luglio del 2022. L’indagine all’interno della chiesa è durata mesi, a testimonianza della grande influenza, tant’è che i legami tra i politici del PLD e la Chiesa avevano creato molti problemi al governo del primo ministro Fumio Kishida.
Le indagini sono state innescate dalle affermazioni del killer di Abe, Tetsuya Yamagani, che avrebbe sparato all’ex premier del Giappone per i suoi legami con la chiesa, considerata da molti come una specie di setta. Secondo l’assassino, sarebbe stata proprio l’istituzione dell’unificazione fondata nel 1954 ad aver mandato in bancarotta la sua famiglia a causa delle donazioni eccessive di sua madre.
Giappone vuole abolire la Chiesa dell’unificazione
L’indagine del governo ha concluso che le pratiche del gruppo – comprese le attività di raccolta fondi che presumibilmente spingevano i seguaci a fare donazioni esorbitanti – violavano la legge sulle corporazioni religiose del 1951. Tale legge consente ai tribunali giapponesi di ordinare lo scioglimento di un gruppo religioso se ha commesso un atto “chiaramente ritenuto dannoso in modo sostanziale per il benessere pubblico”. Secondo l’emittente pubblica giapponese NHK, la Corte distrettuale di Tokyo emetterà ora una sentenza sulla base delle prove presentate dal governo. Questa è la terza volta che il governo giapponese chiede un ordine di scioglimento per un gruppo religioso accusato di aver violato la legge. La Chiesa dell’Unificazione in Giappone ha ripetutamente negato qualsiasi illecito, promettendo riforme ed etichettando la copertura giornalistica contro di essa come “di parte” e “falsa”. “È molto deplorevole” che il governo stia cercando l’ordine di scioglimento, la posizione delle autorità religiose, in particolare perché sta “lavorando alla riforma della chiesa” dal 2009. Ha aggiunto che avrebbe presentato controargomentazioni legali contro l’ordine in tribunale.