Se nell’occidente il covid è tornato a mordere e a mietere contagi, in Asia si sta decisamente meglio e lo si capisce chiaramente da quanto accaduto nelle scorse ore in Giappone, dove le vittime sono state pari a zero. Per la prima volta da 15 mesi a questa parte, infatti, non si sono registrati dei decessi per covid, così come reso noto stamane dalla NKH, l’emittente televisiva nazionale. Si tratta di una notizia senza dubbio degna di nota in quanto era dal 2 agosto del 2020, quindi dall’estate dell’anno scorso, che non si segnalava una giornata priva di vittime a causa del nuovo coronavirus. Da quando anche in Giappone è scattata la campagna di vaccinazione di massa, sia i contagiati quanto i decessi sono diminuiti in maniera drastica, e ad oggi il 73.6 per cento della popolazione è stata coperta dal siero anti covid.



Una situazione quindi di assoluta tranquillità quella giapponese, lontana anni luce da quanto accadeva ad agosto quando i contagi giornalieri era stati addirittura 25mila. Tokyo, oltre a spingere il piede sulle vaccinazioni, ha autorizzato anche l’utilizzo delle pillole per evitare i casi di malattie grave, ed inoltre, ha sperimentato il suo personale green pass, ovvero, l’app Vaction, sviluppata dal governo di Tokyo, che permette di certificare l’avvenuta vaccinazione, e nel giro di pochi giorni è stata scaricata da ben 100mila persone.



GIAPPONE, ZERO MORTI DA COVID PER LA PRIMA VOLTA IN 15 MESI: IN GERMANIA INVECE…

L’applicazione permette di ottenere sconti a ristoranti e centri commerciali, con l’obiettivo ovviamente di incentivare la vaccinazione soprattutto fra i più giovani. Se da una parte Tokyo sorride, Berlino piange, visto che la Germania sta affrontando uno dei momenti più duri da quando è scoppiata la pandemia di covid.

Il tasso di incidenza raggiunto oggi ha segnato la cifra di 201.1 ogni 100mila abitanti, numeri mai toccati da quando è scoppiata la pandemia di covid, tenendo conto che il precedente record risaliva al 22 dicembre 2020 ed era pari a 197.6. Le autorità sono convinte che tale diffusione del virus sia dovuta alla campagna di vaccinazione che sta procedendo troppo a rilento, tenendo conto che meno del 70 per cento della popolazione si è vaccinata. “Per i non vaccinati, il rischio è alto di essere infettati nei prossimi mesi”, ha avvertito mercoledì il capo dell’RKI, Lothar Wieler.