Il senatore Mario Giarrusso, salito recentemente alla ribalta delle cronache per la sua espulsione dal Movimento 5 Stelle per la questione rimborsi e passato nel gruppo Misto, ha creato scompiglio nel corso del suo intervento a Palazzo Madama in merito alla discussione sulla mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, per la quale Giarrusso ha espresso voto favorevole. Giarrusso si è inferocito dopo aver visto il suo microfono spegnersi al termine dei 5 minuti concessi ad ogni senatore per il proprio intervento (spegnimento del microfono che avviene “in modo automatico”, come ha precisato la presidente Casellati). Ma questo non è servito a placare l’ira del senatore che si è lasciato andare al turpiloquio:: “Mi avete levato la parola, ho qua il cronometro”, ha detto. Poi, indirizzato a un collega, “ma vaff******“. Un “vaffa” che non è passato senza conseguenze per la presidente Casellati, che ha duramente censurato Giarrusso invitandolo ad evitare espressioni di quel tipo.



GIARRUSSO, “VAFFA” INDIRIZZATO A FARAONI

Il “Vaffa” di Giarrusso era indirizzato “al capogruppo di Italia Viva Faraone che protestava“, come ha spiegato lo stesso Giarrusso interpellato da Adnkronos, con il senatore che ha voluto specificare di non aver in alcun moto indirizzare il suo scatto d’ira verso la presidente Casellati. Che come detto ha rimproverato duramente il senatore del gruppo misto: “Sto verificando se sia stata usata da parte del senatore Giarrusso un’espressione che non si confà a questa Aula. Me ne dolgo, me ne dolgo anche per il fatto che nessuno qui me lo ha segnalato. E’ inaccettabile. Quell’espressione l’ho sentita al telegiornale e mi dispiace…’‘. Questa la spiegazione di Casellati che non è riuscita ad accorgersi in tempo reale dell’imprecazione di Giarrusso proprio a causa del microfono spento. Ad ogni modo tecnicamente il tempo a disposizione di Giarrusso era effettivamente scaduto, ma a scatenare l’ira del senatore sarebbe dunque stato l’esponente di Italia Viva, in una seduta in Senato che ha respinto la sfiducia a Bonafede sicuramente da ricordare.

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