«Ho ascoltato delle parole vergognose. Sono collegato da 50 minuti e ho ascoltato delle parole vergognose». Parte subito all’attacco Dino Giarrusso nel suo intervento a “L’Aria che tira”. Il riferimento è allo sfogo di Daniela Santanché sul reddito di cittadinanza. «Quello che è stato detto qui è falso. Faccio le mie congratulazioni all’imprenditrice Santanché per come paga i suoi collaboratori, ma purtroppo in Italia non sempre funziona così. Spesso vengono offerti lavori a 300 euro al mese a tanti ragazzi. Non è dignitoso, quindi è giusto che rifiutino». L’eurodeputato del MoVimento 5 Stelle ha citato il caso dell’imprenditore furioso che alla Rai ha detto che gli aspiranti lavoratori gli chiedono quante ore devono lavorare e quanto guadagnerebbero. «Certo che lo chiedono, la loro vita ha una dignità e quindi devi pagarli in maniera corretta».



Quindi ha attaccato nuovamente la senatrice di Fratelli d’Italia: «Attaccare il reddito di cittadinanza che secondo tutti gli osservatori italiani ed europei è stato fondamentale per l’Italia per evitare i moti di piazza è vergognoso. Ha dato e dà la possibilità di vivere sopra la soglia di povertà. La politica non si fa in televisione».



LITE GIARRUSSO SANTANCHÈ, INTERVIENE CIMMINO

Daniela Santanché ha subito replicato chiedendo cosa stesse dicendo, ma Dino Giarrusso non l’ha presa bene. «Ho sentito 50 minuti di Santanché, sia educata anche con me». L’esponente del MoVimento 5 Stelle ha ricordato poi «molti stagionali l’estate scorsa non potevano prendere il contributo previsto dal governo perché non erano inquadrati come stagionali. Ci sono migliaia di imprenditori che li sfruttano». Quindi, ha difeso di nuovo il reddito di cittadinanza: «Nessuno lo usi per dire che non si trova lavoro. È un falso vergognoso!». In collegamento a “L’Aria che tira” anche Gianluigi Cimmino, ad di Carpisa e Yamamay, che ha attaccato Giarrusso: «Ho un cugino che sta aprendo un albergo a Lecce e la sua più grande difficoltà è trovare personale. Il reddito di cittadinanza è servito in fase di emergenza, ma è una misura che ha distrutto il mercato del lavoro in Italia, lo Stato è diventato socio del lavoro a nero». L’eurodeputato M5s allora ha risposto: «Le statistiche non si fanno coi cugini. Quando non c’era il reddito di cittadinanza c’era lo stesso il nero».

Leggi anche

5,7 MLN DI ITALIANI IN POVERTÀ ASSOLUTA/ I numeri che ricordano i limiti dei sussidi