Negli studi de La Vita in Diretta si è tornati a parlare del caso riguardante l’omicidio di Gigi Bici, il 60enne Luigi Crisciulo trovato senza vita lo scorso 20 dicembre dopo essere sparito di casa in quel di Pavia, l’8 novembre. In particolare ci si è soffermati sulla lettera anonima che è stata recapitata nella cassetta della posta della villa davanti alla quale è stato abbandonato il cadavere, e in cui si legge che Crisciulo avrebbe un bottino di una vecchia rapina di circa 300mila euro, che non avrebbe restituito l’8 novembre scorso. Secondo la nota criminologa Roberta Bruzzone, in studio a La Vita in Diretta, si tratterebbe semplicemente dell’azione di un mitomane: “Lettera redatta da chi ha ucciso Bici? Io tendo ad escluderlo, l’ho esaminata con estrema attenzione e ci sono informazioni anche abbastanza basilari, ampiamente trattate dalla cronache. Quando la lettera esce, di fatto è già emerso che il corpo di Gigi Bici era stato trovato lì, avrebbe dovuto essere lì da qualche tempo, verosimilmente uno o due giorni”.
E ancora: “Quella lettera credo sia l’opera di qualcuno alla ricerca di attenzione o comunque sia l’opera di un mitomane, non è assolutamente coerente con la tipologia di omicidio. Se ipotizziamo come sta emergendo che il signor Crisciulo purtroppo avesse una vita un po’ torbida sotto certi profili, e se davvero dobbiamo ipotizzare che è stata la criminalità organizzata, anche se di basso profilo, a commettere questo omicidio (l’autopsia parla di colpo di pistola al volto ndr), difficilmente conciliamo una lettera così completamente sgangherata in un contesto di questo tipo, quindi tendo a ipotizzare che quella lettera sia un evento in qualche modo collaterale ma non legato direttamente alla vicenda”.
GIGI BICI E IL MISTERO DELLA LETTERA ANONIMA: ECCO COSA NE PENSA ROBERTA BRUZZONE
Allegata alla lettera vi era anche una foto: “La famosa fotografia che accompagnava questa lettera che cosa ritraeva? – domanda Roberta Bruzzone parlando con Alberto Matano, conduttore de La Vita in Diretta – Gigi nel luogo in cui è stato ritrovato oppure un altro posto? Questo è un elemento fondamentale. Può darsi che qualcuno sapeva che il corpo fosse lì, astrattamente doveva essere lì da tre giorni, e ha messo in scena questa cosa ‘minatoria’”.
“Attenzione – prosegue Roberta Bruzzone – che i mitomani sono sempre dietro l’angolo, è pienissimo di casi dal punto di vista giudiziario. Io non escluderei il discorso della mitomania: un conto è una foto del soggetto rapito, un conto è la foto del ritrovamento”. Quindi ha concluso: “L’ipotesi da privilegiare è quella dell’omicidio lo stesso giorno (8 novembre ndr), non c’è stata nessuna richiesta di riscatto, quindi questa lettera, ripeto, puzza di bruciato da 10 km”.