Gigi D’Alessio: 30 anni di carriera nello show Gigi uno come te – 30 anni insieme

Gigi D’Alessio festeggia 30 anni di carriera con un concerto – evento da Piazza Plebiscito a Napoli trasmesso in diretta televisiva su Rai1 venerdì 17 giugno 2022. “Gigi uno come te – 30 anni insieme” è la festa del cantautore napoletano che, intervistato da Tv Sorrisi e Canzoni, ha anticipato: “deve essere la festa di tutti: la mia, quella della città e pure la festa dei miei colleghi”. Nessuna paura, ma tanta tanta emozione come ha precisato D’Alessio: “l’emozione quella ci deve essere sempre, altrimenti vuol dire che c’è un problema. La paura, invece, mai, perché se hai paura non sei sereno, non ti godi nulla, e io voglio proprio godermela questa festa”.



Il cantautore ha poi ricordato il suo primo concerto: “è stato al teatro “Arcobaleno” di Secondigliano. Era il 1993, avevo fatto solo il primo disco. La più grande emozione è stata quando ho visto i bagarini fuori dal teatro: lì ho capito che qualcosa stava succedendo. Io di concerti ne avevo fatti, ma li avevo vissuti in maniera diversa, da pianista di Mario Merola. Avevo solo otto canzoni, quelle del disco, ma siccome avevo già scritto un sacco di brani per vari cantanti napoletani, feci un medley di quello che avevo composto. Erano tutte hit. Era come se Mogol facesse un concerto con tutte le sue canzoni”.



Gigi D’Alessio e il successo: da Sanremo all’hit parade

La carriera di Gigi D’Alessio è iniziata da Napoli per poi conquistare il mondo. Dai primi dischi prodotti con la l’etichetta G.D.S su cui ha rivelato “ero io” fino al grande salto in Rca nel 1998: “fu una grande emozione. Prima di allora in Rca c’ero stato solo quando facevo l’arrangiatore per altri artisti. Ero sprovveduto, non sapevo neppure che esistesse la casa discografica che ti produceva il disco, che “cacciava” i soldi. Ho scoperto un mondo: dal disco seguente avevo già creato una mia etichetta (all’interno di Rca, ndr), fatto le mie produzioni e le mie edizioni. Ho imparato molto”.



La consacrazione arriva nel 2000 quando approda al Festival di Sanremo con il brano “Non dirgli mai: “il 17 dicembre la Rca mi comunica che avrei partecipato al Festival: “Guarda che devi completare l’album. Tu ce l’hai l’album, vero?”. E io: “E come no!”. Non avevo niente, solo “Non dirgli mai”. Quindi ho dovuto scrivere le canzoni e consegnare un album tra il 17 dicembre e il 31 gennaio. In 40 giorni con in mezzo Natale, Capodanno, le feste e così via, dovevo fare le canzoni e inciderle. Eravamo in quattro produttori: io, Antonio Arnone, Adriano Pennino e Gennaro Cannavacciuolo (scomparso pochi giorni fa, ndr) che curava un pezzo dove duettavo con Peppe Barra e Lina Sastri. Avevo prenotato quattro sale d’incisione e io, col motorino, in una andavo a cantare, in una suonavo il pianoforte, in un’altra dirigevo gli archi e via così. Quell’album è stato un anno e mezzo in classifica e ha venduto due milioni e mezzo di copie. Non come oggi, che si fanno due milioni di streaming: c’è una bella differenza. Poi è venuto tutto il resto: il concerto al Radio Music Hall di New York, Raiuno con “Gigi, questo sono io”, gli altri show in tv… ma per me ogni cosa ha il suo merito, dalla prima festa di piazza è sempre stato un momento clou da cui ripartire per raggiungere un nuovo obiettivo”.