Si chiama 20 anni che siamo italiani il nuovo varietà del venerdì sera di Raiuno condotto da Gigi D’Alessio e Vanessa Incontrada. Ma se questo titolo sembra calzare a pennello addosso all’attrice spagnola, lo stesso non si può dire per il cantante che è nato e cresciuto a Napoli. Intervistato dal settimanale DiPiù, Gigi D’Alessio, ospite oggi a Tali e quali – Tale e Quale Show, ha chiarito però che proprio il suo essere partenopeo gli ha provocato tante difficoltà inaspettate: “Io sono nato a Napoli: a Napoli nasciamo napoletani e poi diventiamo italiani“. D’Alessio spiega di essere diventato “italiano” a tutti gli effetti quando nel febbraio del 2000 ha cantato al Festival di Sanremo “Non dirgli mai”: “Sono venti anni che sono italiano anche se solo adesso ho smesso di essere vittima di molti pregiudizi e questo solo perché sono napoletano e canto in napoletano“.
GIGI D’ALESSIO: “IO GHETTIZZATO IN QUANTO NAPOLETANO”
Gigi D’Alessio usa parole forti: “So di essere fortunato, ma per anni mi è mancato il riconoscimento del mio lavoro da parte dei colleghi e dei critici. Le cattiverie che hanno detto e scritto su di me mi hanno ferito. Per anni sono stato etichettato come cantante neomelodico solo perché sono di Napoli. Nulla contro i neomelodici, ma io non sono un neomelodico. Se fossi nato a Genova, Roma o Milano sarei stato considerato un cantautore, invece poiché sono di Napoli sono sempre stato considerato un neomelodico. E’ stato un modo per ghettizzarmi“. D’Alessio ribadisce il concetto e precisa: “Io sono fortunato a essere nato a Napoli. Non è stata Napoli a farmi male, ma chi mi snobbava perché ero napoletano e cantavo in napoletano. (…) E venivo snobbato anche dai colleghi italiani: ho iniziato a fare duetti da pochi anni e non ha idea di quanti “no” ho ricevuto in passato. Niente nomi ma le assicuro che tutti i no bruciano, sia che arrivino da un grande cantante sia che arrivino da un piccolo cantante“.
GIGI D’ALESSIO: “FUI SNOBBATO DA TUTTI, ORA DUETTO CON LA MANNOIA”
Gigi D’Alessio racconta degli episodi che letti oggi fanno una certa impressione: “Se ripenso al mio primo Sanremo, quello che mi ha ‘reso italiano’…Non trovavo un direttore d’orchestra disposto a venire con me al Festival. Alla fine venne un mio amico a dirigere l’orchestra. Fui snobbato un po’ da tutti ma la settimana dopo il mio album andava a ruba“. Per fortuna, però, la situazione da un po’ di tempo a questa parte è cambiata, e Gigi D’Alessio può godere nel suo mondo di una considerazione del tutto diversa da quella degli inizi. Ne è la prova il duetto che vede protagonista il napoletano con Fiorella Mannoia nel brano “L’ammore”: “Avevo letto un’intervista alla Mannoia nella quale diceva: ‘Ho sempre cantato brani dei grandi cantautori, ma se la canzone me la porta Gigi D’Alessio ed è bella, io canto pure quella’. E’ stata come una sfida. Ero così carico che ho scritto la canzone mentre guidavo da Roma a Milano“.