I due comici napoletani Gigi e Ross, fra i grandi protagonisti del programma “Made in Sud”, ospiti stamani a “C’è Tempo Per…” su Rai Uno. “Volevo fare il calciatore – attacco Ross, quello più “piccolino” dei due – vivo a Napoli al quartiere Fuorigrotta che è quello da cui sono emersi doversi calciatori come ad esempio i Cannavaro, ma siccome facevo davvero ridere quando giocavo ho deciso di mettermi insieme a Gigi e a fare il comico”. Anche Gigi giocava a calcio in gioventù: “Mi chiamavano saponetta, qualsiasi ruolo perdevo la palla”. I due hanno iniziato facendo una serie di imitazioni, fra cui quella dell’ex inviato de Le Iene, Enrico Lucci: “E’ curioso – dice Gigi – che il nostro primo pezzo televisivo fosse in romanesco, noi da napoletani imitavamo Enrico Lucci”. Aggiunge Ross: “All’inizio pensavano che fossimo romani proprio per via del nostro primo pezzo”.



GIGI E ROSS: “TANTE DIFFICOLTA’ NELL’ESSERE UN DUO MA SI SUPERANO IN FRETTA PERCHE’…”

Ovviamo la loro napoletaneità influisce sulla loro comicità: “La napoletaneità influisce senza dubbio sulla nostra comicità – aggiunge Gigi – Napoli la viviamo ogni giorno e l’amiamo da morire, quindi ogni cosa che facciamo riporta un po’ a quel sapore a quel colore, che come la comicità romana ti porti sempre dentro. Napoli e Roma sono legate da un filo molto forte e molto stretto. Hai sempre dentro di te le tue radici che poi porterai nella tua comicità”. Ross ha invece parlato delle eventuali difficoltà nell’essere un duo: “Tante difficoltà ma si superano proprio perchè si è in due, e poi ormai siamo dei fratelli/gemelli con un neurone in comune”. Anna Falchi e Beppe Convertini hanno incalzato i due sui nonni: “Sono super contento perchè ho ancora una nonna – dice Ross – avevo ed ho un grande rapporto con i nonni, e in questo periodo purtroppo i ricordi andavano verso i nonni visti le numerose morti. Con i nonni mi divertivo tantissimo”. Parole simili da parte di Gigi: “Veniamo da un periodo strano in cui si è perso il gusto di ascoltarsi, e ricordo che con le mie nonne che sono state le seconde mamme, c’era il desiderio di ascoltare i racconti della loro vita, passavo ore ed ore e ci hanno insegnato ad apprezzare ciò che avevamo, ricordo con molto affetto i loro racconti”.

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