Gigi Finizio e il ricordo di Paolo Limiti a Domenica In

Gigi Finizio torna gli ospiti della nuova puntata di Domenica In di Mara Venier. Il cantautore napoletano in passato è stato proprio con la Zia Mara a New York in occasione di un evento per raccontare l’Italia negli Stati Uniti d’America; un evento organizzato da Paolo Limiti. Allora Gigi era giovanissimo e a distanza di anni ha ricordato la grande emozione e la grande professionalità di Limiti: “Paolo era super generoso in tutto quello che faceva”. Considerato una delle voci più belle ed apprezzate del panorama musicale italiano, Gigi Finizio non si è mai arreso.



“Io non mi arrendo” nasce da questa voglia di gridare al mondo, ma soprattutto di far gridare il mio pubblico, chi mi ascolta, chi ama la musica, che la vita ha le proprie difficoltà sia nell’amore, nel sociale, quindi noi non ci arrenderemo mai sia nel campo della musica che del sociale, giornalmente parlando. Quindi siamo pronti a tutto e questa musica che ci aiuta a comunicare è la nostra musa ispiratrice e ci fa da supporto. Questo, dettagliatamente, è il succo di tutto il percorso che poi si racchiude in “Io non mi arrendo” – ha detto parlando del suo ultimo album.



Gigi Finizio e la musica

La musica è entrata molto presto nella vita di Gigi Finizio che sin da bambino ha cominciato ad appassionarsi al mondo delle sette note. “La mia passione per la musica nasce da quando io avevo cinque anni, mi fu regalato il cosiddetto Bontempi che era l’organo che regalano un po’ a tutti i bambini nelle feste e quindi nasce tutto da lì, da questa grande sensazione, emozione, io capii che c’era qualcosa dentro di me che si chiamava musica” – ha dichiarato durante un’intervista rilasciata a giornaledipuglia.com. Il cantautore napoletano, diviso tra la tradizione partenopea e la musica italiana, ha rivelato di non essersi mai ispirato a nulla: “forse sono gli altri che si ispirano a me, ma nel senso che io sono nato molto prima di tanti altri. Quindi, per una questione di gerarchia, mi trovo ad essere nato prima di tutti gli altri e sono un po’ la nave-scuola. Anche perché nasco dal classico napoletano. Poi divento cantautore anche perché facevo il musicista dall’età di cinque anni”.



Infine parlando dei talent show ha precisato: “condivido molto questi format perché, a differenza di tanti anni fa, il talent riesce a velocizzare quella che è la scoperta dei talenti, perché ce ne stanno tanti. Quindi sono a favore dei talent. Alcune volte un programma televisivo, può nuocere alla salute sia della persona che dell’artista perché realizzano tutto il loro sogno in tre minuti e magari si chiedono: “Domani che cosa succederà?”. Poi c’è l’eccezione alla regola tipo Marco Mengoni”.