Gigi Marzullo è stato ospite stamane del programma di Rai Uno, Uno Mattina in Famiglia, per raccontare un po’ se stesso e parlare del suo libro. Dallo studio chiedono al volto noto di casa Rai se lo stesso si sia mai sentito in soggezione nel corso delle sue innumerevoli interviste: “E’ successo all’inizio del mio percorso – ha spiegato – più di 30 anni fa, io andavo a raccontare una vita personale in tv attraverso l’ospite e 30 anni fa non si usava, ora invece si esagera. Il centro è sempre una situazione di mediazione, io cercavo di capire non il personaggio ma la persona, ognuno di noi prima di essere quello che fa è quello che è, e all’inizio non è stato semplice e alcuni mi hanno criticato su quei giornali, ma non ci sono più, nel senso che non appartengono più a questa vita o non fanno più questo lavoro”.



Sul sogno della sua vita Gigi Marzullo non ha dubbi: “Il sogno della mia vita è continuare a fare quello che faccio, essere quello che sono, come i diesel, tranquillo, normale, sereno, se mi guardo indietro sono molto soddisfatto e sereno, se mi guardo attorno lo stesso, potevo aspirare qualcosa di più? Forse si, ma nella vita bisogna anche sapersi accontentare. Io mi accontento e mi godo, intanto alla mia età parecchi non ci sono più, anche miei amici, quindi il fatto di essere qui e di essermi alzato stamattina, è già un dono”.



GIGI MARZULLO: “LE MIE CAMICIE? COLPA DI FABIO FAZIO”

Sulle sue famose camicie a righe e lo stile nel vestirsi, Gigi Marzullo svela: “Le mie camicie sono merito o colpa di Fabio Fazio. Io amo la semplicità, blue e grigio sono i colori che alterno, e poi anche il marrone, poi ognuno nella vita deve vestire e fare quello che vuole, l’importarsi e non fare del male a chi ti è vicino”.

In chiusura una battuta su Bruno Arena, il comico dei Fichi d’India venuto a mancare questa settimana: “I Fichi d’India erano persone molto semplici, normali che sapevano ridere ma che sapevano riflettere anche sul modo che erano, passavano per essere scemi invece non lo erano per niente, erano profondi, umani, sapevano regalarti emozioni, poi quando facevano lo spettacolo apparivano nel modo opposto”.