14 anni di carriera passati a Cagliari, con la maglia rossoblù addosso: tante vittorie, tantissimi gol e anche qualche rimpianto, come quel pallone d’oro dato a Rivera: “No, non l’ho digerito. Mi era stato promesso che l’anno dopo sarebbe toccato a me e poi invece mi sono fatto male“. Al Corriere della Sera, Rombo di Tuono, grande ex bomber della Nazionale e del Cagliari, racconta anche quando disse di no ad un’offerta di un miliardo per trasferirsi alla Juventus: “Quando Arrica, il mio presidente, scoprì che non andavo, non fu contento per niente. Ma non sono testone: io ero una persona chiusa, avevo avuto un’infanzia tragica, i miei genitori erano mancati presto. Poi sono venuto a Cagliari e abbiamo costruito una gran bella cosa: lo scudetto era il sogno di ogni squadra“.
Il ricordo più bello da calciatore, per Riva, è senza dubbio lo scudetto vinto col Cagliari nel 1969-1970: “Beh, lo scudetto. Avevamo festeggiato con tutta la squadra. Gli scapoli vivevano insieme in una foresteria e i tifosi venivano anche di notte a tenerci svegli. Le partite importanti erano quelle di campionato contro Juventus, Milan e Inter: quando le battevi era una bella soddisfazione. Oggi non seguo più il calcio. Cagliari a parte, mi piace solo la Nazionale: ora, dopo il buio, si è rimessa a posto“.
Gigi Riva: “Sogno ancora i miei genitori”
Gigi Riva ha perso i suoi genitori molto presto: una mancanza che ha condizionato anche la sua carriera. L’ex bomber li sogna ancora, “Anche se so già che è impossibile ritrovarli in casa il giorno dopo e mi devo rassegnare. Mi spiace solo di non aver dato loro niente delle soddisfazioni che mi sono tolto io, non ho potuto farli partecipare, non hanno vissuto quel periodo, anni meravigliosi. È un vero dispiacere“. L’ex calciatore vive ogni giorno facendo i conti anche con la depressione: “Va e viene. Ma adesso l’ho un po’ superata“.Pur non seguendo più il calcio, Riva ha vissuto da vicino la morte di Pelé e Maradona: “La loro morte mi ha fatto effetto. Alla mia età prima di dormire sei un po’ teso al pensiero: non è che la morte sia una grande cosa“.
Parlando ancora del Cagliari, l’ex bomber racconta: “Quello che ha reso per me tutto speciale è che ero sardo tra i sardi: ovunque andassi, da Alghero o Sassari a Cagliari, ero uno di loro“. Quest’anno, al termine della stagione, i rossoblù sono tornati in Serie A dopo la finale playoff. Riva rivela: “Ho telefonato a Ranieri prima della partita col Bari. Mi raccomando, gli ho detto, guarda che tutta l’isola è a tuo favore. Lui era un po’ commosso e un po’ teso per la gara”.