Continua il dibattito sulla possibile introduzione dell’obbligo vaccinale in Italia, Gilberto Corbellini si schiera contro la somministrazione per legge. Il professore ordinario di storia della medicina e docente di bioetica presso l’Università di Roma ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de Il Dubbio ed ha spiegato i perché del suo no…



Secondo Gilberto Corbellini non è possibile tornare ai tempi della lotta contro la poliomielite, «non è pensabile trattare una persona capace di intendere e volere come un malato di mente», e a suo avviso per i vaccini obbligatori potrebbe verificarsi quanto accade per le cinture di sicurezza o il casco in moto: «Posso, liberamente, anche non allacciarle o non metterlo, ma se le forze dell’ordine mi fermano prendo una multa salata. Quindi non ci sarà un trattamento sanitario obbligatorio: non siamo ancora in Unione Sovietica».



GILBERTO CORBELLINI SULL’OBBLIGO VACCINALE

Secondo Gilberto Corbellini la disputa sull’obbligo vaccinale è molto simile a quelle dei bar sport, rimarcando che la somministrazione per legge potrebbe avere senso in ambito pediatrico, se si può eradicare l’infezione e se si vive in una dittatura. «L’obbligo vaccinale per gli adulti, visto che parliamo di un trattamento medico e non di cinture di sicurezza, la trovo un’idea singolare in una democrazia liberale», ha evidenziato il professore.

Gilberto Corbellini ha infatti spiegato: «Il generale Figliuolo sta lavorando benissimo e prevede la vaccinazione dell’80 per cento degli italiani entro fine settembre. Perché mettere sul tavolo, anche in maniera confusa, questa ipotesi della vaccinazione obbligatoria? La Danimarca ha deciso di abbandonare il Green Pass con una popolazione vaccinata con doppia dose al 73 per cento». E non mancano le stoccate: «Credo che il Green Pass prima e l’obbligo vaccinale forse a breve siano semplicemente la risposta della politica all’incapacità di trattare coi sindacati, ovvero un mezzo per fare campagna elettorale. Perché Landini è d’accordo con l’obbligo? Perché se fosse tutta opera dello Stato lui si toglierebbe dall’impasse di dover discutere di vaccino obbligatorio per una categoria di lavoratori e per un’altra no».