«Non vedo al momento alcun pericolo sulle forniture». A rassicurare sulla crisi del canale di Suez è Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Ne parla al Sole 24 Ore, spiegando l’Italia «a grandi linee» è in grado di rifornirsi «di gas e petrolio senza passare dal canale di Suez». D’altra parte, non nasconde «una certa preoccupazione sul tema dei costi» che può «creare effetti inflattivi». Non usa giri di parole nell’analizzare il possibile impatto della crisi nel Mar Rosso e in Medio Oriente, anzi invita a tenere alta la guardia. «Dobbiamo continuare a vigilare con grande attenzione in modo da esser pronti a fronteggiare eventuali criticità». Ma Pichetto Fratin parla anche delle sfide future del suo dicastero, come le comunità energetiche rinnovabili (Cer). «Le regole operative per le Cer sono praticamente pronte ed è in corso una verifica puntuale tra la nostra direzione e il Gestore dei servizi energetici (Gse). Sono convinto che nel giro di quindici giorni potremo renderle pubbliche».
Il ministro rivendica i miglioramenti apportati dall’ultimo decreto energia che ritiene essere «il primo passo per mettere il Paese nella condizione di cominciare ad avanzare sul versante dell’eolico offshore. Per farlo, bisogna quindi disporre di porti e navi attrezzate, ma occorre anche costruire le piattaforme. E non si tratta di un percorso immediato, servono anni». Nell’intervista Gilberto Pichetto Fratin non esclude l’ipotesi di incentivi: «Non si possono non immaginare dei meccanismi per sostenere le grandi piattaforme in mare aperto che significano una forte concentrazione di pale eoliche oltre che una serie di opere complesse per i collegamenti a terra. È evidente che tutto questo avrà bisogno di meccanismi di sostegno, poi è chiaro che l’entità dell’eventuale intervento andrà valutata rispetto alle caratteristiche del progetto, dell’investimento e delle piattaforme».
“SMALTIMENTO SCORIE? PROBLEMA RIGUARDA PRODUZIONE DI RIFIUTI RADIOATTIVI”
L’obiettivo del decreto è anche quello di facilitare l’individuazione della sede del nuovo deposito per le scorie nucleari. Ma non c’è stata una corsa a proporsi. Il ministro, però, non teme un buco nell’acqua. «Un’autocandidatura c’è ed è quella di Trino che dovremo valutare, ma dobbiamo assolutamente agire, sono quasi 40 anni di attesa». Nell’intervista al Sole 24 Ore, Gilberto Pichetto Fratin spiega che l’emergenza non è legata allo smaltimento delle scorie ad alta intensità, «che sono state trattate e sono conservate in Francia e in Inghilterra, pagando un affitto finché le conservino sui loro territori». La questione è un’altra, riguarda la produzione di rifiuti radioattivi. «Lo facciamo negli ospedali, nelle industrie, in molti gangli del sistema civile e questi rifiuti sono stoccati provvisoriamente in tutta Italia. Chi spesso protesta contro il deposito non sa di avere già dietro casa o a pochi passi da essa rifiuti di questo tipo». Quindi, il compito del governo è trovato un luogo idoneo.
Il tema, però, è delicato e le resistenze sono evidenti, infatti non esclude che ve ne saranno anche per la costruzione di piccoli reattori modulari a cui il governo guarda con attenzione. «Non possiamo non seguire la sperimentazione e la ricerca verso il futuro. Su questo aspetto la decisione spetterà al Parlamento che sarà chiamato a esercitare il proprio ruolo, ma noi dobbiamo essere pronti con i nuovi prodotti». Questo il motivo per il quale è stata lanciata la piattaforma nazionale per il nucleare sostenibile, divisa in otto gruppi che esplorano vari temi per fornire al governo «le considerazioni necessarie per poter politicamente individuare il percorso». Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ci tiene a ribadire «che questo governo e questa maggioranza sono favorevoli al nucleare di quarta generazione e che l’Italia è già in prima linea con il lavoro di tante imprese e di istituzioni come l’Enea».
DAI TERMOVALORIZZATORI ALLA STRATEGIA PER L’IDROGENO
Riguardo il tema rifiuti, Gilberto Pichetto Fratin ricorda che vanno fatti i termovalorizzatori. In Sicilia è stato nominato commissario per i rifiuti Renato Schifani, visto che «ha una situazione di difficoltà e non ha ancora un piano regionale di gestione dei rifiuti». Non sono mancate le critiche dell’opposizione, ma per il ministro si tratta di un modo «per dare una spinta e un’accelerazione mettendo la Regione, al di là del commissario, nella condizione di trovare una soluzione a un problema enorme». Per il ministro bisogna tener conto che l’Italia non aveva gli strumenti legislativi per affrontare le crisi che l’hanno colpita, quindi serve una sburocratizzazione e attrarre capitali stranieri. «Ma nell’immediato il ricorso ai commissari è servito e serve a velocizzare dei percorsi. Diversamente non saremmo riusciti a risolvere con celerità alcune emergenze».
Inoltre, Pichetto Fratin conferma la deadline per la stesura di una strategia nazionale sull’idrogeno, che va chiusa entro giugno. «Dobbiamo evitare lungaggini. L’idrogeno è una tessera importantissima della strategia del governo e noi possiamo essere tra i leader nella produzione e nel trasporto di questo vettore». Infine, per quanto riguarda energy e gas release per garantire elettricità e gas a prezzi calmierati per le imprese energivore, il ministro stima «tempi molto brevi anche perché abbiamo previsto un meccanismo di anticipazione con il Gse proprio per accelerare l’iter. E il Gse è pronto anche perché il percorso è stato concertato e riguarda migliaia di imprese». Così si potranno creare «le condizioni per permettere la programmazione degli investimenti e budget sicuri sul futuro delle imprese energivore italiane».