Gilberto Simoni, vincitore del Giro d’Italia nel 2001 e nel 2003, ha collaudato il percorso della cronoscalata al Lussari. A La Stampa, racconta: “Quando correvo io tutte queste pendenze non le piazzavano. Lo Zoncolan ha cambiato tutto, ma sono cambiate anche le bici con quei rapporti stile mountain-bike che fanno la differenza. Ora con queste bici si può salire dappertutto. Poi, per carità, dipende sempre dai corridori: spesso salite durissime partoriscono il classico topolino”.



Nel 2021, proprio sullo Zoncolan, l’ex ciclista placcò un tifoso. Eppure, l’ex atleta lo sa bene che “sono il sale del ciclismo, senza di loro non ci sarebbe spettacolo, i corridori si esaltano alla loro presenza. Ma serve giudizio e buon senso. Cari tifosi, andate sulle strade del Giro, è una cosa bellissima, ma state lontano dai corridori e guardateli passare lasciando per una volta in tasca il telefono”.



Gilberto Simoni: “Giro d’Italia? Nessun atleta italiano che…”

Nel Giro d’Italia 2023 secondo gli esperti sarà duello Evenepoel-Roglic. Gilberto Simoni, a La Stampa, spiega: “Sono due corridori forti, mi piacciono. Il campione del mondo belga, a 22 anni, ha già provato il Giro due anni fa e ora è rafforzato dalle vittorie di Vuelta e classiche. Lo sloveno Roglic è molto solido. Quei due hanno poi tre belle crono a disposizione. Ma ci sono anche altri corridori che possono inserirsi, penso a Thomas, Geoghegan Hart, Vlasov o Almeida. Anche se…”. Per quanto riguarda atleti italiani, “All’orizzonte non si intravede nemmeno tra i giovani un corridore da corse a tappe”.



Quando gli chiedono dell’avversario più tosto, Simoni risponde: “Ho corso 15 Giri d’Italia, due li ho vinti, altre cinque volte sono salito sul podio. Direi che sono stato un grande rivale per tanti corridori. Se devo ricordarne uno dico Garzelli: che duelli”. Tra i rivali dell’ex ciclista, anche Pantani: “Tra me e Marco c’è stata una grande rivalità. Non eravamo amici, ma provo profonda tristezza per come si sia buttato via così”.