L’arrivo dei gilet arancioni segna anche il ritorno del generale Pappalardo, che spesso ha protestato in piazza contro le istituzioni che pure lui stesso ha rappresentato. Nel 2016 Antonio Pappalardo è stato anche a capo del cosiddetto “Movimento dei forconi” (o “Movimento di liberazione dell’Italia”) mettendosi anche in evidenza per alcune intemperanze. Annunciò di volersi recare al Quirinale per notificare a Mattarella un ordine di arresto “in nome del popolo italiano” in quanto “presidente abusivo“: per questa iniziativa fu rinviato a giudizio per vilipendio al Capo dello Stato. Pappalardo riparte come fondatore dei “Gilet arancioni”, chiaramente ispirati ai gilet gialli francesi. Nei suoi discorsi in piazza sempre molto concitati Pappalardo si è scagliato contro il “regime comunista” di cui l’Italia sarebbe preda, proclama di voler “stampare moneta“, contro i partiti e a favore del “popolo italiano” ed ha anche sostenuto la controversa battaglia dei no vax.
IL SINDACO DI MILANO SALA: “LI DENUNCIO”
Come vi abbiamo raccontato, i Gilet arancioni di Antonio Pappalardo hanno invaso le piazze italiane e c’è particolare preoccupazione per la situazione di Milano. Il movimento è sceso in campo senza mascherine e non rispettando le misure di sicurezza per chiedere la fine del governo Conte ma non solo: «Siamo ovviamente contro tutto quello che può essere marcio, corrotto, che non fa i nostri interessi: potremmo vivere molto meglio in pace se non fossimo gestiti dai poteri forti che si fanno solo i loro interessi», le parole di un manifestante. Così, invece, un altro esponente: «Siamo qui per manifestare il nostro dissenso, vogliamo esserci per fare numero con tutti quelli che come noi pensano che tutta questa situazione è stata creata apposta per un fine ultimo, ovvero il controllo della gente».
Sui social è scoppiata la polemica, soprattutto per quanto riguarda i possibili rischi di contagio innescati da questa protesta senza sicurezza, il sindaco di Milano Beppe Sala ha annunciato di voler querelare il movimento: «Ho chiesto al Prefetto di denunciare gli organizzatori della manifestazione dei cosiddetti “gilet arancioni”. Un atto di irresponsabilità in una città come Milano che così faticosamente sta cercando di uscire dalla difficile situazione in cui si trova». (Aggiornamento di MB)
GILET ARANCIONI IN PIAZZA CONTRO IL GOVERNO
I Gilet arancioni hanno invaso l’Italia: da Milano a Roma, il movimento guidato dall’ex generale Antonio Pappalardo è sceso in piazza per manifestare contro il Governo, non rispettando nessuna norma anti-coronavirus (dal distanziamento sociale alla mascherina, peraltro obbligatori in Lombardia). Il movimento dell’ex candidato governatore in Umbria chiede la fine del Governo guidato da Giuseppe Conte, l’inizio di un nuovo esecutivo nazionale ed il ritorno alla lira italica.
A Roma, inoltre, i Gilet arancioni sono scesi in piazza al fianco di Casapound: non sono mancati i momenti di tensione nel centro storico, con le forze dell’ordine in tenuta antisommossa per impedire l’afflusso a Montecitorio, spiega Repubblica. Ira contro il Governo, ma non solo: secondo alcuni esponenti del movimento il coronavirus non esiste, si tratta di un disegno politico e socio-economico per vendere l’Italia alla Cina, a partire da Luigi Di Maio.
GILET ARANCIONI DI ANTONIO PAPPALARDO NELLE PIAZZE ITALIANE
«Qui c’è gente che non mangia. C’è gente che non prende lo stipendio da 4 mesi», «Abbiamo fame», «Ci hanno fatto morire»: alcuni dei commenti registrati da Repubblica nelle piazze dei Gilet arancioni. Milano, Roma ma non solo: il movimento è sceso in campo anche in altre città italiane, basti pensare a Cagliari, Genova e Torino. In quest’ultima città, precisamente in Piazza Statuto, è stato intonato a più riprese il coro “libertà, libertà” ed è stata annunciata una nuova manifestazione.
Ecco le parole del responsabile comunicazione del movimento di Antonio Pappalardo: «L’obiettivo di oggi era manifestare un voto in dissenso di un Governo illegale, presenzieremo il 2 giugno a Roma: l’obiettivo del movimento è arrivarci tutti per dimostrare che quello che stiamo vivendo non è giusto e che quello che vivremo in futuro, costruito sulla giustizia, sarà sicuramente migliore di questo». E ancora: «Siamo un movimento popolare, libero di manifestare i propri pensieri e di ottenere dei diritti basati sull’essenzialità della vita, ovvero mangiare, dormire e avere da bere. Cose che vengono a mancare nella maggior parte delle persone di oggi», le sue dichiarazioni a Repubblica.