Massimo Giletti torna a ricoprire il ruolo di inviato per raccontare la guerra in Ucraina proprio dal territorio in cui si combatte. Oggi è arrivato a Mykolaiv, città strategica sul Mar Nero dove ci si muove ormai solo tra le macerie. “Mi sento addosso l’odore acre della morte“, racconta al Corriere della Sera il conduttore di Non è l’Arena, domani in onda proprio dall’Ucraina. A Mykolaiv c’è la caserma colpita dai missili russi venerdì. “Continuano a estrarre corpi. Molti sono giovanissimi“, afferma davanti al cratere scavato dai razzi. Proprio la resistenza dei soldati locali, che in quella caserma venivano addestrati, è stata fondamentale per rallentare l’avanzata russa verso Odessa.



Mi ha turbato molto l’insistenza di alcune soldatesse sopravvissute: ‘filmate questi corpi, dovete mostrarli al mondo, capite perché c’è bisogno di una no fly zone?’ hanno implorato“, prosegue Massimo Giletti. Dagli studi televisivi al fronte, un salto che lascia le ferite ma che ha deciso di compiere per raccontare dal fronte la guerra in Ucraina. Infatti, sarà il primo programma in diretta dall’Ucraina in guerra.



GILETTI “SONO UN CONDUTTORE ANOMALO”

Sono venuto qui perché sono un conduttore anomalo. Credo che chi vuole raccontare la guerra debba vederla“, spiega al Corriere della Sera. Per Massimo Giletti vederla con i propri occhi consente di raccogliere elementi di riflessione a che “sfuggono a chi sta in studio, bello comodo“. Dunque, incontrare chi sta vivendo sulla propria pelle questa guerra è importante. “Putin io non lo vedo sullo schermo ma negli sguardi delle persone qui“. Il giornalista ha parlato con alcuni ragazzi che si stanno occupando di recuperare i cadaveri: “Più ci tirano i missili, più ci ammazzano e più ci fanno diventare cattivi, ci difenderemo“, gli hanno detto.



Massimo Giletti li definisce giovani “che hanno respirato la libertà e non vogliono più rinunciarci“. Parlando con la gente ha visto personalmente la paura, ma anche la determinazione a resistere fino all’ultimo. A proposito della decisione di condurre dall’Ucraina ha spiegato: “Volevo realizzare una puntata lontana dai bla bla dei salotti”. Lo farà in collegamento satellitare da Odessa, in pericolo se cade Mykolaiv.