Massimo Giletti torna all’attacco del ministro della Salute Roberto Speranza, stavolta per un accredito misteriosamente scomparso. «Come ogni settimana, non vi faccio vedere l’elenco, lo abbiamo invitato per parlare, ma non ci siamo riusciti», ha esordito il conduttore di Non è l’Arena. «Venerdì però si è aperta all’improvviso una finestra, chiamiamola così». Il riferimento è al caso AstraZeneca, scoppiato dopo la morte di Camella Canepa, la diciottenne morta dopo la prima dose. Allora il programma ha colto la palla al balzo e ha chiesto l’accredito per partecipare alla conferenza stampa, così da porre sul posto le domande. «Abbiamo provato ad accreditarci, ci hanno detto che potevamo andare, ma quando siamo arrivati lì è successo qualcosa di strano», ha spiegato Giletti. Allora ha deciso di trasmettere il filmato, per un motivo preciso. «In una democrazia impedire alla stampa di fare domande è una cosa gravissima. Alla stampa di Giletti…».
NON È L’ARENA E L’ACCREDITO SCOMPARSO
Nel filmato si vede un funzionario dire all’inviata di Non è l’Arena che non risulta nella lista delle persone accreditate alla conferenza stampa di Roberto Speranza. Allora Cristina Mastrandrea mostra la mail ricevuta dalla Sala Stampa di Palazzo Chigi. «Sì, sì, sì, ho il nominativo suo, quindi…». Ma non si capisce il motivo per il quale è stato cancellato. «Per adesso non abbiamo l’accredito per voi, perché è troppo piena la sala e non ci sono più posti disponibili», dice un altro. Quando la giornalista gli fa notare che sono entrate appena quattro persone. «No, ce li abbiamo tutti quanti in lista», risponde lui. Poi un altro le dà un’altra spiegazione: «Questa è la richiesta di accredito, noi poi dopo facciamo delle telefonate e c’è scritto sotto la nota stampa che verrete ricontattati per la conferma dell’avvenuta prenotazione». La giornalista spiega che alle 13 circa ha avuto la conferma e alle 15 la comunicazione che «seguendo un criterio di rotazione rispetto ad eventi passati» erano stati scartati.
LO SFOGO DI GILETTI CONTRO SPERANZA
Al termine del servizio, Massimo Giletti si è lasciato andare ad uno sfogo. «La sala è piena, con 5 persone… O a Palazzo Chigi ci sono solo sgabuzzini dove si ricevono giornalisti, e allora è normale, oppure c’è una volontà che noi abbiamo toccato con mano tutto l’anno, che riguarda me, i miei giornalisti e le domande che facciamo. Non è un bene per la democrazia non sottoporsi alle domande, un politico deve rispondere sempre alle domande, anche quelle più scomode». Quindi, ha citato le sue inchieste sul piano pandemico, la Val Seriana, il report Oms e la vicenda di Francesco Zambon. «Noi siamo questi, capisco che è meglio per il ministro Speranza andare in altre trasmissioni, ma si ricordi che non molleremo mai questa storia. Abbiamo bisogno di sapere le cose. Lei poi si può trincerare nelle favolette dello sgabuzzino di Palazzo Chigi».