IL NUOVO REPORT GIMBE: CROLLO CURVA COVID

L’emergenza Covid-19 scema sempre di più, con il crescere purtroppo “contemporaneo” della crisi in Ucraina che non lascia affatto tranquilli: in attesa del monitoraggio settimanale in arrivo domani con Iss e Ministero della Salute, il report tradizionale del giovedì è redatto dalla Fondazione Gimbe. E si confermano per la quinta settimana consecutiva numeri e cifre sul fronte pandemia in netto calo per questa fine quarta ondata.



Dal 23 febbraio al 1 marzo sono stati 275.376 i nuovi casi Covid rispetto a 349.122 della settimana precedente, pari ad un calo del -21,1%: calano per fortuna anche i decessi, 1.488 rispetto ai 1.828 della settimana 16-22 febbraio, pari al -18,6%. Calo importante anche sul fronte ricoveri negli ospedali italiani: -2.620 (-20%) ricoverati in area medica con sintomi, 188 (-21%) le terapie intensive occupate, -218.563 (-16,9%) i casi Covid attualmente positivi. Il nuovo monitoraggio Gimbe rileva una riduzione percentuale in tutte le Regioni: dal -2,5% della Calabria al -34,1% della Sardegna. La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari passa invece dall’11,1% al 9%, mentre per gli antigenici rapidi dal 10,4% al 9,8%.



L’ALLARME PROFUGHI, GIMBE: “64% UCRAINI NON VACCINATI”

«I nuovi casi settimanali – ha dichiarato Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – sono in calo da cinque settimane: rispetto alla settimana precedente si attestano intorno a 275 mila, con una riduzione del 21,1% e una media mobile a 7 giorni che scende da 49.875 casi del 22 febbraio a 39.339 il 1° marzo (-18,6%)»; problemi all’orizzonte potrebbero essercene però in Europa per l’arrivo di milioni di profughi in fuga dalla guerra in Ucraina. Rispetto agli altri Paesi europei, l’Italia è fra le nazioni con la più bassa percentuale di popolazione non vaccinata, pari al 16,1%: tale percentuale in Ucraina schizza invece al 63,8% di cittadini “no vax”. Secondo il presidente Cartabellotta, «il dato ucraino non deve essere sottovalutato, considerata la drammatica situazione, che porterà nelle prossime settimane migliaia di profughi nel nostro Paese». I piani del Governo per accogliere tutte queste persone, conclude il n. della Fondazione Gimbe, «dovranno includere la vaccinazione di anziani e fragili provenienti dalle zone di guerra, evitando diseguaglianze tra le Regioni». Già in giornata in una lettera alle Regioni, il commissario all’emergenza Covid generale Figliuolo ha dato il via libera alle vaccinazioni anti-Covid dei profughi in arrivo: «in analogia a quanto già posto in essere lo scorso mese di agosto in favore dei cittadini di nazionalità afghana, si ritiene opportuno offrire la possibilità di vaccinazione anche ai citati soggetti». L’invito, chiosa Figliuolo, è quello di far provvedere «alla vaccinazione dei cittadini di nazionalità ucraina ospitati in Italia, attraverso la generazione dei Codici Stp (Straniero Temporaneamente Presente)».

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