Nuovo appuntamento con il monitoraggio della Fondazione GIMBE. L’ente ha analizzato la situazione epidemiologica nella settimana che va dal 6 al 12 gennaio 2021 e non arrivano delle buone notizie: il presidente Nino Cartabellotta ha annunciato un aumento di casi positivi, morti e ricoverati negli ospedali. E non solo: la Fondazione ha sottolineato che puntare tutto sul vaccino anti-Covid sarebbe assolutamente sbagliato…
Nella settimana 6-12 gennaio c’è stato un lieve calo del rapporto positivi-casi testati, ma, come già evidenziato in precedenza, c’è un rialzo degli altri parametri: +5,8% di decessi, +2,6% di terapia intensiva, +3,4% di ricoverati negli altri reparti Covid, +6,6% di nuovi casi e +0,2% di casi attualmente positivi. «I dati confermano la lenta risalita dei nuovi casi settimanali e, sul versante ospedaliero, il costante aumento di ricoveri e terapie intensive, dove l’occupazione da parte di pazienti COVID supera in 10 Regioni la soglia del 40% in area medica e quella del 30% delle terapie intensiva», le parole di Nino Cartabellotta.
FONDAZIONE GIMBE: “SERVE LOCKDOWN IMMEDIATO”
La Fondazione Gimbe ha tenuto a precisare che l’Italia non può più permettersi di inseguire affannosamente il virus. Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE, ha spiegato: «Nel primo trimestre 2021 con una copertura vaccinale minima ci si attende un’elevata circolazione del SARS-CoV-2 (con preoccupanti incertezze sulle nuove varianti) ed elevato impatto della COVID-19 sui servizi sanitari. Di conseguenza, per centrare l’obiettivo di eliminazione del virus, è indispensabile attuare rapidamente la strategia soppressiva, al fine di ridurre in modo rilevante i casi attualmente positivi e appiattire la curva epidemica». Cartabellotta ha rimarcato che sarebbe sbagliato puntare tutto sul vaccino, invocando un ritorno al lockdown: «In assenza di una immediata e rigorosa stretta, ci attende un anno di difficile convivenza con il virus, con ospedali ciclicamente al limite del collasso, continui tira e molla sull’apertura di scuole e attività produttive e un aumento inesorabile dei decessi».