Gli effetti del Decreto Natale si sono esauriti secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe relativo al periodo 27 gennaio-2 febbraio. La discesa dei nuovi casi si è arrestata e ci sono 9 Regioni dove ci sono segnali di inversione di tendenza, cioè Abruzzo, Campania, Liguria, Molise, Toscana, Umbria, Piemonte e province di Trento e di Bolzano. Inoltre, si registra un aumento dei casi attualmente positivi per 100mila abitanti in Abruzzo, Molise, Provincia autonoma di Trento, Toscana e Umbria. «L’occupazione da parte di pazienti Covid supera in 5 Regioni la soglia del 40% in area medica e in 6 Regioni quella del 30% delle terapie intensive», spiega Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe. Per quanto riguarda invece i vaccini, Fondazione Gimbe ricorda che nel primo trimestre si stima la disponibilità di 14,7 milioni di dosi che permetterebbero di completare il ciclo vaccinale di 7,3 milioni di persone, cioè circa il 12% della popolazione.
Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe, ha commentato anche la questione del vaccino al personale non sanitario. «È stato chiarito che include persone che a vario titolo lavorano nelle strutture ospedaliere e sanitarie. Ma, in assenza di un’anagrafe vaccinale nazionale, in questa categoria possono confluire anche soggetti al momento esclusi dalle categorie prioritarie». (agg. di Silvana Palazzo)
GIMBE “CALO CONTAGI COVID SI È FERMATO”
Nuovo appuntamento con il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe e non arrivano delle buone notizie. Come spiegato dall’ente guidato da Nino Cartabellotta, è stata registrata un’inversione di tendenza nella curva dei contagi: si è fermato il calo di nuovi casi positivi. Per quanto riguarda i ricoveri negli ospedali, 5 e 6 regioni abbiamo ricoveri e terapie intensive sopra la soglia di saturazione. L’arresto della discesa dei nuovi casi settimanali è stato rilevato in tutto il Paese, mentre in alcune regioni s’intravedono i primi segnali di una inversione di tendenza: in nove regioni risale l’incremento percentuale dei nuovi casi, mentre in cinque regioni si annota un aumento dei casi attualmente positivi per 100 mila abitanti: «Segnali che invitano a tenere alta l’attenzione sulla diffusione delle nuove varianti, potenziando il sequenziamento del virus ove si rilevano incrementi anomali dei nuovi casi», spiega Cartabellotta.
MONITORAGGIO SETTIMANALE FONDAZIONE GIMBE
La Fondazione Gimbe ha poi acceso i riflettori sul piano vaccini anti-Covid: la stima è di 14,7 milioni disponibili nel primo trimestre, che permetterebbero di completare il ciclo vaccinale di 7,3 milioni di italiani. Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe, rimarca: «In conseguenza degli annunciati ritardi le forniture si concentreranno nella seconda metà del primo trimestre e per la maggior parte nel mese di marzo. Senza un imponente potenziamento della macchina organizzativa, quindi, sarà impossibile somministrare tutte le dosi prima di fine aprile». Nino Cartabellotta conclude: «Nel bel mezzo della crisi di Governo stiamo attraversando una delle fasi più critiche della pandemia: da un lato l’inevitabile rallentamento della campagna vaccinale, segnata da continue revisioni al ribasso delle forniture, dall’altro i primi segnali di aumento di circolazione del virus, indubbiamente sottostimata. Ma soprattutto incombe la minaccia delle nuove varianti, già sbarcate in Italia, che rischiano di far impennare la curva dei contagi. Nel frattempo, in un’Italia quasi tutta gialla ci si continua ad appellare, in maniera paternalistica, al buon senso dei cittadini che in realtà non fanno solo che adeguarsi a quanto permesso».