Tre anni di carcere e risarcimento per le parti civili: questa la sentenza di condanna per Andrea Piazzolla, ex collaboratore di Gina Lollobrigida. È stato giudicato colpevole, in particolare ha approfittato “dell’indebolimento della corretta percezione della realtà” e dello stato di “vulnerabilità” che ha reso suggestionabile per anni l’attrice. Tutto ciò per appropriarsi dei suoi beni. Piazzolla, dunque, dovrà anche dare circa 500mila euro agli eredi della “Bersagliera”, in attesa di affrontare la vicenda davanti al tribunale civile. Inoltre, è stata dissequestrata la villa sull’Appia antica a favore degli eredi della diva.
Per i legali di parte civile, Alessandro e Michele Gentiloni Silveri, l’ex factotum di Gina Lollobrigida avrebbe sottratto oltre 10 milioni di euro. Il sostituto procuratore Eleonora Fini, che aveva chiesto una condanna a 7 anni e mezzo di carcere, ritiene che l’imputato si sia impossessato di circa 350 beni di proprietà dell’attrice, in alcuni casi messi in vendita attraverso diverse case d’asta.
ANDREA PIAZZOLLA “IO L’UNICO A PRENDERMI CURA DI GINA LOLLOBRIGIDA”
Gina Lollobrigida aveva sempre difeso Andrea Piazzolla, attaccando il figlio Milko Skofic e il nipote Dimitri, coloro che hanno avviato diversi procedimenti coinvolgendo la procura. “Sono stato l’unico che si è preso cura di Gina Lollobrigida con amore e continuo a farlo. Non ho mai visto a Subiaco (dove è sepolta l’attrice,ndr) il figlio o il nipote o il presunto marito“, ha dichiarato in aula l’ex factotum dell’attrice al termine del dibattimento di questa mattina. Nel 2017 i periti avevano spiegato che la salute mentale di Gina Lollobrigida era consona all’età, ma che in specifiche situazioni o rapporti sarebbe potuta essere raggirata.
Quindi, escludendo una situazione di “infermità mentale derivante da patologie psichiatriche“, gli esperti avevano decretato “un indebolimento della corretta percezione della realtà” e uno stati di “vulnerabilità” che rende “possibile l’altrui opera di suggestione“. Così Andrea Piazzolla, secondo la procura, ha depauperato il patrimonio della diva e l’avrebbe convinta a nominarlo amministratore di diverse società e a vendere alcuni appartamenti. Dopo questa condanna, dovrà affrontare altri processi scaturiti da questo filone principale.
IL FIGLIO DI GINA LOLLOBRIGIDA “HO UN RIMPIANTO…”
“Dopo tanti anni di lavoro in tribunale di Roma ha detto una parola di giustizia su quello che Gina Lollobrigida e la sua famiglia hanno passato negli ultimi anni di vita“, hanno dichiarato Gentiloni Silveri, avvocati di parte civile, uscendo dall’aula. Come riportato da Repubblica, il figlio dell’attrice, Milko Skofic, ha aggiunto: “È comunque una cosa amara. Questa sentenza mette le cose in equilibrio, ma tutto ciò non doveva succedere. È una considerazione dal punto di vista umano“. Poi ha svelato di avere un rimpianto: “Il tempo perso con il processo che mi ha impedito di stare vicino a mia madre quanto avrei voluto e anche gli anni persi da lei“.