La procura di Roma ha chiuso l’indagine a carico di Andrea Piazzolla, ex assistente di Gina Lollobrigida, indagato con l’accusa di circonvenzione di incapace. L’atto potrebbe anticipare la richiesta di un rinvio a giudizio a carico dell’uomo. Come riferisce Corriere della Sera, secondo la ricostruzione della procura capitolina Piazzolla approfittando dello stato di vulnerabilità della grande diva le avrebbe sottratto un tesoro di 50 pezzi tra cimeli, opere d’arte ed arredi per un valore di almeno 300 mila euro per metterli all’asta, vendita poi mai avvenuta. Secondo il pm Laura Condemi, nel suo piano Piazzolla avrebbe coinvolto anche Raffaella Colasanti, titolare dell’omonima casa d’asta e che si sarebbe dovuta occupare della vendita degli oggetti. A fare da intermediario tra i due soggetti sarebbe stato Antonio Salvi. Con Piazzolla, anche Colasanti e Salvi sono ora indagati per concorso in circonvenzione d’incapace.



Dall’indagine appena chiusa emerge un rapporto tra Andrea Piazzolla e Gina Lollobrigida mai del tutto reciso. L’uomo è già sotto processo con l’accusa di circonvenzione d’incapace per aver sottratto dal patrimonio dell’attrice ben 3milioni di euro in beni e contanti tra il 2013 e il 2018. La nuova indagine fa riferimento invece a fatti avvenuti nel 2019 quando la Lollobrigida decise di ristrutturare la villa con relativo spostamento temporaneo di quadri e mobili nella sua dimora sull’Appia.



GINA LOLLOBRIGIDA, ANDREA PIAZZOLLA VERSO NUOVO PROCESSO

Nel medesimo periodo in cui sarebbero avvenuti i fatti contestati dalla procura, viene integrato il regime di amministrazione controllata del patrimonio di Gina Lollobrigida come deciso dal giudice tutelare Eleonora Lombardi che ne gestisce i bene dal gennaio 2019. Secondo la procura, Piazzolla si sarebbe approfittato dello stato di vulnerabilità dell’attrice diagnosticato nel 2018. Secondo quanto si legge nel capo d’accusa, l’ex factotum racconta a Gina di volerle mettere i beni al sicuro da possibili aggressioni dell’autorità giudiziaria. La Lollobrigida si sarebbe fidata di lui al punto da firmare ben tre mandati di vendita dei beni alla casa d’aste. Dopo l’attenta valutazione dei beni intorno a 300 mila euro, la casa d’aste avrebbe fissato la data di vendita agli incanto (20 e 21 maggio scorso) ma poi sarebbe saltato tutto in occasione del sequestro preventivo dei beni da parte della procura.



La nuova inchiesta parte dalle denunce di figlio e nipote di Gina, Milko e Dimitri Skofic. Il loro legale, l’avvocato Michele Gentiloni Silveri, come riferisce Corriere della Sera, ha commentato: “È riprovevole che nel giro di così poco tempo, Piazzolla possa essere caduto nello stesso sbaglio del passato, finendo indagato per una vicenda dai contorni simili alla precedente”. Piazzolla di contro ha replicato tramite il suo difensore, avvocato asserendo di “sperare di essere sentito presto dal pm. Non voglio essere oggetto di una preventiva sentenza di condanna senza possibilità di difesa. Dimostrerò la mia correttezza”.