In tribunale Andrea Piazzolla, ex factotum di Gina Lollobrigida, si è difeso dicendo che la vendita dei beni dell’attrice tramite la casa d’asta era stata voluta proprio da lei stessa. “Gina Lollobrigida ci teneva moltissimo a fare questa asta ed era lei che aveva i rapporti con la casa d’asta. Io non ho deciso nulla, per me lei era come una madre e se ha vissuto bene fino alla fine una piccola pare è stato merito anche delle attenzioni che ha ricevuto da me” ha affermato Piazzolla. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe fatto da intermediario nella vendita di 350 beni di proprio della grande attrice; per questo l’ex assistente è stato già condannato a tre anni, accusato di aver sottratto dei beni della Lollobrigida tra il 2013 e il 2018.
Piazzolla è stato ascoltato in Aula nell’ambito del processo che lo vede accusato di circonvenzione di incapace: secondo l’accusa, insieme ad un altro imputato, sarebbe stato l’intermediario con la casa d’aste per vendere circa 350 beni di proprietà dell’attrice: accusa dalla quale si è difeso spiegando proprio che era volontà di Gina Lollobrigida vendere i suoi beni e che lei stessa aveva contatti con la società che si è occupata della vendita.
Piazzolla: “Gina Lollobrigida infuriata con il figlio”
Andrea Piazzolla, ascoltanto davanti al giudice monocratico di Roma, ha spiegato che Gina Lollobrigida “non voleva lasciare nulla al figlio” poiché “era delusa di non vedersi più proprietaria della propria vita (aveva un amministratore giudiziario, ndr)”. Inoltre, secondo l’ex assistente dell’artista, quando Gina ha saputo che l’amministratore giudiziario voleva fare un inventario, si è infuriata e “ha chiesto alla titolare della casa d’ste di custodire i suoi beni e ha firmato lei i mandati a vendere”. Piazzolla ha proseguito spiegando di non aver avuto competenze sulle aste poiché il mondo dell’arte “non mi appartiene”. La sentenza, come spiega l’Ansa, è attesa per ottobre.