Gina Lollobrigida, Andrea Piazzolla si difende in aula
Nei giorni scorsi Andrea Piazzolla, il “tuttofare” 34enne di Gina Lollobrigida, ha parlato davanti al giudice nell’ambito del processo che lo vede accusato di circonvenzione di incapace. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe sottratto beni per un milione di euro dal patrimonio della diva 95enne nel periodo che va dal 2013 al 2018. A riferire le sue parole è il quotidiano Il Messaggero: “Quando Gina Lollobrigida è stata ricoverata io non ho impedito al figlio Mirko Skofic di vederla, lei non li voleva vedere”, avrebbe detto al giudice. Piazzolla ha spiegato di aver più volte cercato di convincere la donna a vedere il figlio ma “lei non voleva”.
Il merito al rapporto tra Gina Lollobrigida e il nipote Dimitri, Andrea Piazzolla avrebbe ancora aggiunto in aula: “Si sono allontanati per via di alcune foto che Dimitri aveva sui social. Lo ritraevano mentre aveva rapporti sessuali con delle ragazze”. Una circostanza della quale sarebbe stato proprio Piazzolla ad avvertire l’attrice, commentando: “Non volevo che si rovinasse la sua reputazione”. Sarebbe stato proprio il figlio di Gina a sporgere querela nei confronti di Andrea Piazzolla. Secondo l’uomo, la madre sarebbe cambiata da quando nella sua vita sarebbe entrato il tuttofare descritto, in una deposizione resa a marzo, come “una persona che si è approfittata delle sue debolezze”.
Andrea Piazzolla commenta la sparizione dei soldi di Gina Lollobrigida
Da tuttofare ad amministratore della “Vissi d’Arte”, società che gestiva il patrimonio milionario dell’attrice Gina Lollobrigida. Sarebbe stato questo il salto compiuto da Andrea Piazzolla che, spiega Il Messaggero, interpellato sul valore del suo patrimonio avrebbe detto di non averne contezza. Tuttavia sarebbero emerse alcune operazioni – l’ultima la vendita di una Jaguar da 130 mila euro – che secondo l’accusa rappresentata dal pm Eleonora Fini vedrebbero autore proprio Piazzolla, definito dalla Lollobrigida il suo “angelo custode”. L’uomo avrebbe considerato ingiusta anche la decisione di nominare un amministratore di sostegno eppure, come si legge sul quotidiano, nel momento in cui è stata presa questa decisione dal giudice tutelare, sui conti della diva c’erano solo 117 euro. I quasi 6 milioni derivanti dalla vendita dei gioielli della diva (per 3,8 milioni) e da tre appartamento nei pressi di piazza di Spagna (per 2 milioni e 100 mila) sarebbero spariti nel nulla e di questo l’imputato non ne saprebbe niente: “Non avevo accesso ai conti di Montecarlo e quando parlava con i banchieri non ero presente”, avrebbe spiegato in aula, “Mi ha fatto dei bonifici, ma non so quantificarne il valore. Non so cosa ne ha fatto Gina dei soldi, probabilmente sono serviti per la gestione della villa e per il suo tenore di vita”.
In merito alla villa sull’Appia Antica, il cui valore commerciale si aggirerebbe attorno ai 7 milioni, Piazzolla ha spiegato che sarebbe stata la Bersagliera a volerla vendere: “Mirko doveva pagare 18mila euro al mese l’ex moglie e Gina lo voleva aiutare. Le macchine – una Ferrari venduta nel 2014 e una Porche nel 2015 – mi ha chiesto di venderle per non inasprire i rapporti con lui”. La Porche ha fruttato da sola 90mila euro, mentre i soldi della Ferrari sarebbero stati versati sul conto dei genitori dell’imputato che al giudice ha precisato: “Non ho mai percepito uno stipendio”. Nonostante questo risulterebbero in suo favore diversi bonifici e 117 mila euro confluiti nella sua società, anche se Piazzolla ha parlato di semplice “donazione”.