Una ginnasta di 8 anni schiaffeggiata dall’allenatrice dopo un esercizio sbagliato: c’è anche questa storia nel ventaglio sempre più ampio dei racconti che seguono lo scandalo sui presunti maltrattamenti e molestie nella galassia italiana della ginnastica ritmica. A denunciarla sarebbe stata la madre della giovane atleta, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera in cui ricalca i contorni di una vicenda per la quale, a suo dire, la giustizia avrebbe dato una risposta insufficiente. La questione si sarebbe infatti conclusa con un patteggiamento e 30 giorni di sospensione, “le sberle punite con un mese e il silenzio“, ha sottolineato amaramente la mamma della piccola ai microfoni del quotidiano.



Lo schiaffo subito durante l’allenamento di ginnastica artistica sarebbe stato “il primo della sua vita“, ha raccontato ancora la donna che si augura sia anche l’ultimo. La minore protagonista della vicenda denunciata dalla famiglia avrebbe frequentato una palestra del Nord-Est e Federginnastica, stando al resoconto fatto dalla madre, non avrebbe inquadrato il caso nel modo atteso dai parenti della bambina. L’allenatrice di ginnastica artistica, secondo quanto esposto dalla donna al Corriere, avrebbe colpito sua figlia “dopo un esercizio sbagliato“. Lei lo avrebbe scoperto per caso attraverso il racconto di un’altra ragazzina che, avendola incontrata all’esterno del centro sportivo, le avrebbe parlato di quanto accaduto. “Sono piombata in sala, mia figlia mi si è subito stretta addosso, con il segno rosso della sberla sulla guancia. Aveva 8 anni…“.



La mamma di una ginnasta racconta: “Schiaffo dall’allenatrice a 8 anni per un esercizio sbagliato”

Il racconto della madre della giovane ginnasta al Corriere della Sera è proseguito approfondendo gli eventi che si sarebbero verificati dopo lo schiaffo dell’allenatrice alla figlia, una ginnasta di 8 anni che sarebbe stata “punita” con un gesto violento per un esercizio sbagliato. Stando alla testimonianza della donna, l’allenatrice le avrebbe fornito una sua “spiegazione” a quanto accaduto durante l’allenamento in palestra: “Disse che mia figlia si era distratta e per questo era caduta dalla trave. Che era stata costretta a darle uno schiaffo e che infatti l’esercizio successivo era stato eseguito in modo perfetto“.



I genitori della giovane atleta avrebbero impiegato diverso tempo, dopo averla allontanata da quel centro sportivo, per aiutarla a riconquistare la fiducia in se stessa e nella disciplina che tanto ama. Avrebbero segnalato i fatti alla società sportiva e chiesto una riunione alla presenza della coach, ma sarebbe arrivata una sola risposta: “Silenzio assordante”. Secondo la madre della minore, la società avrebbe difeso la posizone dell’allenatrice addirittura “coprendone” i comportamenti. “Sapevano cosa succedeva – ha dichiarato la mamma –. Ha parlato solo lei spiegando che quelli erano i suoi metodi educativi. Nessun’altro ha proferito parola. Nel frattempo avevamo raccolto le testimonianze di altre atlete che parlavano di schiaffi, tirate di capelli, umiliazioni“. Un presunto tessuto di violenze “sistematiche” che sarebbe emerso con la successiva inchiesta scaturita dalla sua denuncia, ma a suo dire “la Procura Fgi non ha tenuto conto della testimonianza, non ha sentito le altre ragazze, non ha indagato. E ha nascosto la sentenza. Ora la federazione invita le famiglie a denunciare, ma se non agisce a cosa servono le denunce?“.