Gino Cecchettin, il papà di Giulia, la ventiduenne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta a Vigonovo, ha scritto insieme a Marco Franzoso un libro, edito da Rizzoli, dal titolo Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia. È una lettera indirizzata proprio alla giovane vittima di femminicidio, in cui si racconta del dolore vissuto dall’uomo, che soltanto un anno prima aveva perso anche la moglie Monica a causa di un cancro. Il Corriere della Sera ha pubblicato un estratto dell’opera, a pochi giorni dall’uscita dalle librerie.



La lettera parte proprio dal racconto dell’amore con Monica. “La prima volta si è ammalata nel 2016 abbiamo combattuto insieme e ce l’abbiamo fatta. Ma la seconda, nel 2019, è stata fatale. La tormentava pensare che con la sua malattia stava facendo soffrire noi, e avrebbe voluto con tutte le forze difenderci. […] Quando arriva una sentenza di morte e ci si accorge che l’unica cosa che conta è stare insieme”, ha ricordato. “Col passare dei mesi abbiamo ricostruito una nuova normalità. È successo la prima volta in cui abbiamo parlato della mamma col sorriso e non con tristezza. Abbiamo ricordato qualcosa di bello di lei senza piangere”.



Gino Cecchettin, la lettera a Giulia: “Quell’attitudine a ricordarti col sorriso”

Gino Cecchettin spera che quanto accaduto con la moglie Monica, in futuro, possa accadere anche con la figlia Giulia. È difficile, tuttavia, accettare che Filippo Turetta l’abbia portata via con una vita ancora da vivere e dei sogni da realizzare. “Se ci penso, nei tuoi confronti questa attitudine a ricordarti col sorriso è iniziata prima, perché tu eri una persona intimamente buffa, e Davide ed Elena ogni tanto ti ricordano mentre ti esibivi in una delle tue scenette comiche, o uno dei tuoi balletti”, ha ammesso però il papà.



“Il lutto per la perdita della mamma ha lasciato il posto alla felicità e all’orgoglio di aver vissuto la parte più importante della mia vita con lei. Sono sicuro che succederà anche per te. E fra qualche anno penserò proprio a questo, alla gioia che ci hai portato in casa e che supererà il dolore senza fiato che provo in questo momento. Perché allora ricorderò solo i momenti più belli e li vivrò con orgoglio, pensando che tu sei stata mia figlia e che ho avuto il privilegio di essere tuo padre. Ma – ha concluso – ci vorrà ancora del tempo”.