Gino Cecchettin, padre di Giulia, è stato intervistato dal programma di Rete Quattro, Quarto Grado, una intervista attraverso la quale il papà della giovane ragazza brutalmente uccisa da Filippo Turetta (condannato all’ergastolo in primo grado), ha rilasciato delle dichiarazioni decisamente significative. Gino Cecchettin ammette che il suo punto di vista è cambiato durante la sentenza, ma la sua vita è rimasta sempre la stessa, visto che Giulia non c’è da un anno a questa parte, di conseguenza il dolore continua ad esserci profondo anche se il suo assassino ha avuto il massimo della pena.



Gino Cecchettini dice quindi di svegliarsi ogni mattina con un dolore che invece di affievolirsi con il tempo, come si suol dire in questi casi, sembra aumentare sempre di più, di conseguenza ergastolo o meno, sul suo stato d’animo il processo non ha avuto risvolti. Per Gino Cecchettin Filippo Turetta ha agito con lucidità, quindi sano mentalmente, ma “semplicemente” una persona molto gelosa, che voleva possedere Giulia e che non aveva accettato la fine della loro relazione.



GINO CECCHETTIN: “STALKING E CRUDELTA’ C’ERANO TUTTI…”

Sullo stalking non accolto dai giudici, Gino Cecchettin replica dicendo che non è possibile comprendere come si sia sentita Giulia nelle ultime settimane in cui era in vita. Filippo Turetta era una presenza costante sia sui social, con centinaia se non migliaia di messaggi, ma anche fisicamente, come ad esempio quando faceva le piazzate alla figlia alla fermata dell’autobus per controllarla e vederla con chi era, di conseguenza non considerare lo stalking una aggravante per Gino Cecchettin è stato un errore.

Molti si sono domandati come mai Giulia Cecchettin abbia accettato di vedere Filippo Turetta quel giorno, e il padre ha spiegato che semplicemente quando il ragazzo era in se, non spaventava la figlia, “non era preoccupata”, ecco il perchè di questo maledetto vis-a-vis. Si è parlato poi della gravità, altra aggravante non riconosciuta, e che per Gino Cecchettin (ma non solo), è stato ovviamente un errore giudiziario: “Lei l’ha attraversata tutta”.



GINO CECCHETTIN: “RISARCIMENTO ECONOMICO? DISGUSTO”

Gino Cecchettin ammette poi di essersi sentito disgustato quando nell’aula di tribunale di Verona è stata quantificata la vita di Giulia, per individuare un eventuale risarcimento in favore della famiglia. Il padre della vittima si domanda infatti come si possa quantificare l’affetto di una persona, come se qualsiasi cosa abbia un prezzo. “Ho iniziato a sentirmi male in quel momento”.

Ma un domani è possibile una giustizia riparativa per Filippo Turetta, un confronto fra vittima e carnefice? “Mi ci vorrà del tempo – precisa Gino Cecchettin – ma può essere una tappa nel momento in cui il percorso viene fatto da entrambi, ci deve essere un perdono sincero e un percorso riabilitativo di un certo tipo, ci vuole del tempo ma non lo escludo”.

GINO CECCHETTIN: “FILIPPO TURETTA PUO’ AIUTARE A CAPIRE COSA SIA SUCCESSO NELLA SUA MENTE”

E ancora. “Filippo dovrebbe aiutare a capire il fenomeno che l’ha portato a fare quello che ha fatto, quello potrebbe essere un contributo da dare, cosa succede nella mente di chi arriva a fare questo gesto perchè lui l’ha provato, quindi insieme ad un professionista potrebbe aiutare chi veramente come lui è in quella condizione”. Gino Cecchettin ha aggiunto: “La casa in cui viviamo è la casa che ci ricorda dove Giulia e Monica hanno vissuto con noi e per questo intrisa di ricordi”.

Come al solito le parole di Gino Cecchettin sono parole di una persona che non ha mai alzato la voce fino ad ora, che non hai mai gridato vendetta, ma ha solo e semplicemente cercato la verità provando anche ad abbassare i toni, nel rispetto della memoria della sua dolce figlia.