Era il 1978 quando su Rai 1 andava in onda “Ma che sera“, varietà in cui Raffaella Carrà era grande protagonista e che vedeva dietro le quinte Gino Landi. Quest’ultimo non ne era soltanto il regista ma curava anche le coreografie che la Carrà portava in scena in prima serata. Lo show segnò il ritorno di Raffaella in diretta al sabato sera con un classico varietà, dove presentava, cantava e ballava. Lo show, scritto da Gianni Boncompagni e Dino Verde, si ispirava infatti a Gran varietà, spettacolo radiofonico che ebbe un grandissimo successo. Quella tra Gino Landi e Raffaella Carrà, d’altronde, fu una collaborazione che riscosse molti apprezzamenti televisivamente parlando. Landi ha avuto contatti anche con Sergio Japino, che per anni è stato il compagno della Carrà oltre che regista di molti suoi spettacoli televisivi di successo.



Gino Landi dietro le quinte: il racconto di Gianni Santucci

A raccontare qualcosa in più di questa collaborazione tra Gino Landi e Raffaella Carrà, del lavoro da regista e coreografo, è stato Gianni Santucci, ballerino e coreografo aretino, in un’intervista a La Nazione: “Ho imparato quasi tutto in quel periodo in Rai, tantissimo con la Carrà e Japino, con il coreografo e regista Gino Landi – ha ammesso – con il quale ho lavorato undici anni in tv e al Sistina. Fu lui ad affidarmi di punto in bianco il pezzo in cui dovevo coreografare le soubrette della tv italiana per i 50 anni della Rai: Carrà, Cuccarini, Parisi, le gemelle Kessler. Ancora oggi vado a recuperare nella mia memoria come facevamo, perché è la base di oggi e di sempre”.

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