Tra i grandi cantautori italiani, Gino Paoli occupa un posto di prestigio. Con le sue canzoni è stato la colonna sonora di tante storie d’amore e, questa sera, le sue note torneranno a suonare su Raiuno nel corso della nuova puntata di Techetechetè. Il nome di Gino Paoli, recentemente, è tornato in prima pagina per alcuni problemi di salute che gli hanno fatto annullare alcuni concerti. Nel corso della sua lunghissima carriera, tuttavia, Gino Paoli non ha fatto parlare di sè solo per il suo talento, ma anche per gli amori come quelli con Stefania Orlando, mamma della figlia Amanda, e Ornella Vanoni. Paoli, inoltre, si è sposato due volte: la prima moglie è stata Anna Fabbri con cui ha avuto un figlio, Giovanni. La seconda moglie, sposata Paola Penzo che lo ha reso padre altre due volte con la nascita di Nicolò, nato nel 1980, e Tommaso, nel 1992.
Gino Paoli e il vero motivo per cui si sparò
Era l’11 luglio 1963 quando Gino Paoli si sparò. Un episodio che sconvolse l’opinione pubblica di quel periodo e sul quale è tornato lo stesso cantautore in un’intervista rilasciata a Walter Veltroni, su 7 inserto del Corriere della Sera, a maggio 2019. Di quel giorno ha raccontato: “la mia ex moglie era andata a stare da un amico dall’altra parte di Genova. Io ero solo in casa. Ho preso un paio di pistole, le ho provate per vedere quale sparava più lontano. Le provai in un vocabolario. Sparai per vedere quanto era penetrante il colpo […] Poi misi un po’ di pillole sul comò e cominciai a prendere le pillole, ma era una rottura di coglioni mostruosa. Pensai, mi butto dalla finestra. Ma poi se mi vede mia madre tutto spiaccicato non è il caso, povera donna. Ad un certo punto ho pensato: mi sparo, vediamo. L’ho fatto” per poi risvegliarsi in ospedale.
E sul motivo del gesto, nel 2019, sempre a 7, disse: “Non ho una ragione specifica. Avevo avuto tutto dalla vita. Almeno credevo di aver avuto tutto, di aver visto tutto, di non avere ormai più niente da guardare. Quindi volevo andare a vedere dall’altra parte. È una stronzata mostruosa, quello che ho fatto quel giorno”.