Secondo Gino Strada, fondatore di Emergency, gran parte dei problemi per la mortalità troppo alta in Lombardia nel pieno dell’emergenza coronavirus sono da “imputare” ai fondi erogati storicamente in Regione alla sanità privata. «Ne usciremo, ma a un prezzo alto e imparando una lezione: la sanità, la medicina, la cura delle persone rimane un dovere preciso dello Stato, che deve garantire a tutti in modo pubblico e gratuito», ha spiegato l’ex n.1 di Emergency attaccando il sistema di sanità privata (che però, esattamente come con le scuole, si definisce convenzionata ovvero di servizio pubblico ma erogato da privati) definendolo «inutile e senza senso. Non ha senso investire nella sanità privata visto che non ha senso fare profitto sulle disgrazie delle persone. Bisogna recuperare etica sociale».
Il tutto nell’intervista serale a Che Tempo che Farà da Fabio Fazio dove avrebbe dovuto parlare dei tanti progetti che Emergency come ong segue anche in Lombardia, come l’ospedale da campo con 140 posti letto a Bergamo: il passaggio sulla sanità privata è suonato però come un attacco ben mirato alla Regione Lombardia di cui da tempo Gino Strada non condivide affatto il concetto di sussidiarietà e di livelli convenzionati nella sanità. Spesso ci si dimentica però (o si vuole dimenticare?) che nell’emergenza coronavirus anche la sanità privata in quanto di servizio publico e convenzionata si occupa della cura e ricezione dei pazienti Covid-19 senza che paghino un solo euro di assistenza, esattamente come per le strutture pubbliche dello SSN.
GINO STRADA E LA POLEMICA CON BRUNO VESPA
Il 16% di mortalità della Regione Lombardia per gli affetti da coronavirus è quindi da “spiegarsi” secondo Gino Strada anche per quell’insensato, secondo lui, “spreco” di fondi pubblici per la sanità privata. «Nelle Regioni dove si è investito sulla Sanità Privata e disinvestito su quelle pubbliche si assiste oggi al disastro con le mortalità più alte», conclude Strada. Il fatto però di avere più contagi (anche “sommersi”) di tutti non viene riportato come fattore dall’analisi dell’ex n.1 di Emergency, né il fatto che tanto le strutture private quanto quelle pubbliche stanno provvedendo ad aumentare posti in terapia intensiva e garantire a tutti i cittadini un livello uguale di cure e pratiche sanitarie.
Davanti agli attacchi di Bruno Vespa che nei giorni scorsi si chiedeva dove fossero le ong nella lotta al coronavirus in Italia, Gino Strada completa anche la seconda polemica di serata: «Dove sono le ONG? In questo momento c’è chi fa, e poi c’è chi parla. Chi fa cerca di aiutare, chi parla lo fa a sproposito. Questa campagna di odio è ingiustificabile», e poi ancora «In questa emergenza sanitaria aiutiamo anche i senzatetto, che la sera si ritrovano a dormire stretti e ammassati nei dormitori. In 36 centri d’accoglienza insegniamo le norme igieniche per limitare possibili contagi tra i più vulnerabili».
“Ne usciremo, senza dubbio, a un prezzo alto e imparando una lezione: la sanità, la medicina, la cura delle persone rimane un dovere preciso dello Stato, che deve garantire a tutti in modo pubblico e gratuito.”@GinoStrada a #CTCF#veniamonoidavoi pic.twitter.com/PddyDxuzdg
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) March 29, 2020
“Ne usciremo, ma a un prezzo alto e imparando una lezione: la sanità, la medicina, la cura delle persone rimane un dovere preciso dello Stato, che deve garantire a tutti in modo pubblico e gratuito.” A #CTCF il nostro fondatore @GinoStrada pic.twitter.com/bWIOs7NVWM
— EMERGENCY (@emergency_ong) March 29, 2020