Puntata a tema quasi prettamente musicale quella di “Dedicato” di oggi, il nuovo talk show estivo condotto da Serena Autieri: nel salotto televisivo dell’attrice, infatti, sono stati di scema prima Silvia Salemi, uscita da poco con un nuovo singolo, e successivamente il cantautore e attore teatrale Giò Di Tonno. Nato all’anagrafe come Giovanni, il 48enne originario di Pescara, con alle spalle già una lunga carriera tra palcoscenici musicali, esperienze radiofoniche e set televisivi, si è raccontato alla padrona di casa in quello che è stato di fatti un inaspettato ma gradito ritorno sul piccolo schermo.



“Ha dato voce al grido di dolore di Quasimodo, l’infelice gobbo innamorato di Esmeralda” ricorda in apertura di intervista la Autieri, in riferimento a uno dei maggiori successi nella carriera di Giò Di Tonno. “Sto bene, sono in ripresa, sono in buona forma poi vivo sul mare, nella mia Pescara… Ho scelto di vivere in un posto col mare che mi ispira, come insegna anche il maestro Marzullo” scherza l’artista abruzzese, ricordando la mancanza di confini e il fascino dell’infinito. Tuttavia, come viene ricordato, il piccolo Giovanni amava fare il calciatore e magari la sua carriera sarebbe stata all’insegna degli scarpini bullonati se non fosse stato per il padre che gli ha trasmesso l’amore per la musica. “Giocavo a pallone dalla mattina alla sera, come gran parte dei bambini italiani: mio padre voleva che suonassi uno strumento ma perché mi voleva allontanare dai pericoli della strada”. E poi un giorno ecco l’iscrizione a una scuola di musica e la scelta del pianoforte come strumento. Il resto è storia…



GIO’ DI TONNO, “ECCO COME NACQUE IL MIO GOBBO DI NOTRE-DAME: E COCCIANTE DISSE…”

Nel prosieguo dell’intervista (a questo link la puntata odierna completa) si passa al palco di Sanremo con “La voce degli ubriachi” che Di Tonno cantò Sanremo Giovani 1993. “No, è un colpo basso, di quasi 30 anni fa!” dice il diretto interessato schernendosi nel rivedere quel ragazzino emozionato sul palcoscenico dell’Ariston. “Tutti siamo stati un pò bruttini in passato, ma lo guardo con affetto: ero un ragazzino alle prime armi, avevo paura dato che passavo dalle seratine nei locali a Sanremo… Poi non c’erano i talent che oggi sono l’unico obbiettivo”. E poi eccoci a “Notre-Dame de Paris”: “Al provino ci andai già gobbo dato che so che lo cercavano: Cocciante, nell’incontro che mi ha cambiato la vita, mi disse alla fine ‘Mi hai dato una grande emozione’” scherza Di Tonno imitandone la voce.



“Poi con Riccardo è nata una grande amicizia, è nato un sogno non solo per noi ma anche per il pubblico che ne ha goduto ed ecco che dopo tanti anni siamo ancora in scena” aggiunge soddisfatto l’artista. “Non è stato facile entrare in un personaggio così complesso: dovevo avere grande tatto, dato che si parla di una persona ai margini e con disabilità e ho pensato alle persone che questa condizione la vivono” ha proseguito, spiegando di non essersi mai lasciato andare per rispetto per queste persone. E dopo migliaia di repliche di “Notre-Dame” cosa rimane, assieme ai milioni di persone in tutto il mondo? Il segreto era la sua alchimia, una magia che funziona a meraviglia tra scenografia, musiche e la sua semplicità” aggiunge prima di emozionarsi nel rivedere la clip della vittoria a Sanremo nel 2008 in coppia con Lola Ponce: “Eravamo già abituati ai teatri” ricorda prima di parlare di “MusicAll” il suo ultimo progetto rivelatosi un successo: “Uno spettacolo-concerto in cui ci si racconta, un contenitore di musica ed emozioni per rivivere quelle del palco”.