Si va verso il via libera alla destinazione del 5% del gettito degli “apparecchi e congegni di gioco”, che dovranno essere utilizzati per contrastare i rischi legati al settore. Le stime del Mef, come riportato dal Messaggero, rivelano che la misura porterà in media nelle casse degli enti ben 294 milioni di euro all’anno su un totale di 6 miliardi di euro raccolti dall’Erario. Il riferimento è in particolare alle slot machine. Non è escluso che successivamente possa essere inserite nella misura anche le lotterie, che da cui arrivano oltre 7 miliardi di euro.



La prima approvazione è arrivata da Massimo Garavaglia, presidente della commissione Finanze. “Sono totalmente d’accordo sulla compartecipazione del 5% del gettito erariale prodotto dai giochi da parte degli enti locali”, ha affermato. Adesso si va verso un tavolo tra l’esecutivo e i governatori per chiudere l’accordo. È da considerare però che la misura porterebbe con sé anche nuove responsabilità per le Regioni, chiamate a prendere decisioni importanti per contrastare gli sviluppi negativi del gioco d’azzardo.



Giochi e lotterie, a Regioni il 5% del gettito: 294 milioni annui, come usarli

Nel testo che verrà discusso per approvare la destinazione del 5% del gettito di giochi e lotterie alle Regioni sono previsti dei vincoli. In particolare, viene evidenziato che il compito degli enti è quello di disciplinare aspetti fondamentali come “i livelli essenziali di informazione al pubblico” o “la definizione delle condizioni generali di gioco e delle relative regole tecniche, anche di infrastruttura”. In altri termini, spetterà a questi ultimi decidere le distanze tra le sale autorizzate, le tempistiche di gioco e gli orari di apertura e chiusura. Anche in relazione ai pericoli derivanti dal gioco illegale promosso dalla criminalità.



Inoltre, è da considerare che sulle Regioni e, in particolare, sui loro servizi sanitari, ricadranno le spese per l’assistenza e la cura dei soggetti affetti da ludopatia. L’obiettivo in tal senso è quello di fare prevenzione, soprattutto per i più giovani, che sono ritenuti una categoria debole.