C’è la mano di Leonardo Da Vinci nella copia della Gioconda esposta a Montecitorio? In molti in queste settimane se lo stanno domandando, dopo che, come riportato dal Corriere della Sera, il questore Francesco D’Uva (M5S), che sostiene la tesi dell’autenticità, l’ha spostata dalla sua stanza alla sala Aldo Moro per renderla più visibile. “Si tratta di una copia realizzata nella bottega di Leonardo, forse addirittura con la sua diretta collaborazione”, sostiene.



Le origini della Monna Lisa che si trova a Roma, tuttavia, non sono ben note in realtà. Essa dovrebbe essere stata realizzata nel XVI secolo e dal 1927 è custodita alla Camera dei Deputati in deposito dalle Gallerie nazionali di arte antica di Montecitorio, insieme ad altre copie di dipinti famosi. In passato si è vociferato che l’autore, come in altri casi, potesse essere stato pittore leonardesco Bernardino Luini, ma su questo non ci sono certezze. È così che in molti hanno dato adito alle teorie secondo cui sulla tela della Gioconda Torlonia, questo il suo nome preciso, ci sarebbe proprio la mano di Leonardo Da Vinci.



Gioconda di Montecitorio, c’è mano di Leonardo? Il parere degli esperti

Il parere degli esperti sul tema, tuttavia, è ben definito: sulla Gioconda di Montecitorio non c’è la mano di Leonardo Da Vinci, viceversa sarebbe già stata conservata in altre sedi. Ad esporsi in tal senso è stato, come riporta il Corriere della Sera, anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi. “È un modesto dipinto di arredamento. Non l’ombra, ma l’incubo di Leonardo. Tutto quello che meritava di essere restituito ai musei lo è stato nei decenni scorsi attraverso una commissione che io ho guidato”, ha scritto in una nota.



Della medesima idea sono anche altri colleghi, tra cui ad esempio la soprintendente Rossella Vodret, che ha schedato il dipinto nel 2005, definendolo di “non molto alta qualità”. E ancora Claudio Strinati conferma “a parer mio è un dipinto di media qualità che non sembra denotare l’impronta di una mano eccelsa di Leonardo”, sebbene ritenga “plausibile” che possa essere stato realizzato in una bottega leonardesca.