Gioele Dix, all’anagrafe David Ottolenghi, ha ripercorso la sua carriera in una intervista a Il Messaggero. A regalargli il successo a livello internazionale, nel 2007, fu l’ingresso nel cast di Zelig. Il suo primo personaggio nel programma comico fu l’automobilista inca*zato. “Sono nato con Zelig e ho partecipato alla trasmissione fino alla fine. Non c’è niente di paragonabile in questo momento in tv. Però si sta parlando di una riedizione di Mai dire gol. Sarebbe un sogno. Ecco, solo in quel caso tornerei in tv”, ha ammesso.
In questo periodo, infatti, si sta dedicando molto al teatro. All’inizio della sua carriera, negli anni Settanta, aveva fondato anche a Milano la Cooperativa degli Eguali. “Difendo ancora l’idea che gli attori dovrebbero uscire dal proprio ego. L’esperienza durò circa cinque anni ma il teatro continua ad essere per me un’arte democratica basata sull’essere umano”, ha raccontato. A breve adesso riprenderà con lo spettacolo Ma per fortuna c’era Gaber. “Dalla prossima estate. Per me è stato un maestro, l’ho studiato a memoria. Non voglio millantare un’amicizia, ma ci siamo anche conosciuti nel 1992. Anzi, fu lui a riconoscere me. Non me lo sarei mai aspettato”.
Gioele Dix: “Nato a Zelig, niente di paragonabile in tv”. La passione per i libri
Gioele Dix, oltre al teatro, ha anche una passione spropositata per la letteratura. “Mi piace la ferocia. Fin da bambino amavo le storielle nere. Ho vissuto in una casa piena di libri e già a tredici anni leggevo i racconti di Buzzati. Mi catturò il fatto che i suoi personaggi, sempre riconoscibili, si muovevano in uno scenario magico”, ha ricordato. A trasmettergli questo amore furono i genitori.
“Mio padre era un avvocato appassionato di gialli e di libri di viaggio, mia madre faceva la casalinga ma è stata la più forte lettrice che io abbia mai conosciuto. Aveva l’abitudine di leggere lo stesso libro tre volte: la prima per sapere come sarebbe andata a finire la storia, la seconda per rimettere insieme i pezzi, la terza per arrivare a godersi finalmente il racconto”, ha concluso.