Mariangela Sandrone, moglie del gioielliere Mario Roggero, che nell’aprile del 2021 sparò ed uccide due rapitore che tentarono un furto nella sua attività commerciale, ferendone un terzo, ha commentato la recente condanna inflitta al marito a 17 anni di reclusione. Una sentenza che sulle pagine della Stampa definisce “assurda, incomprensibile”, anche per via degli evidenti risvolti economici dato che sono stati condannati a pagare “300mila euro di risarcimento”.



Una condanna che non pesa, insomma, solo sul gioielliere Roggero, ma “su tutti noi. A rimetterci saranno le nostre figlie i nostri nipoti”. Sandrone, peraltro, si sente di ringraziare “chi ci sostiene”, Salvini in primis, sottolineando però che “non crediamo più in nulla. Né nella politica, né nelle istituzioni e tanto meno in una giustizia che sta dalla parte dei ladri e non da quella dei cittadini onesti”. Peraltro, la storia del gioielliere Roggero è stata anche particolare, perché la moglie ricorda che “dal 2015, quando subimmo la prima violenta rapina, viviamo in una sorta di incubo“. Su quella terribile sera, invece, confessa che “ho scoperto di avere dei vuoti di memoria”.



Moglie del gioielliere Roggero: “Non ha sparato volontariamente”

Complessivamente, comunque, è probabile che il gioielliere Roggero e la sua famiglia lasceranno l’attività commerciale, perché non riescono a gestirla “con questa terribile tensione che respiriamo“. Racconta, infatti, che “a volte quando sono sola in negozio e suona il campanello, mi viene un brivido lungo la schiena. Sono attimi orribili, in cui rivivo tutta la violenza che abbiamo subito”, mentre ora la speranza è che la Corte d’Appello “ribalti la situazione”.

Ricordando, invece, quella sera, la moglie del gioielliere Roggero sostiene che il giudice “non ha capito la situazione, ha usato un peso non adeguato al nostro caso. Negli spari di Mario”, sottolinea, “non c’è stato nulla di volontario. È stato istigato a comportarsi così, in quel momento il suo cervello ha reagito in questo modo rivivendo il dramma della precedente rapina. Forse”, ammette tuttavia, “con un eccesso di legittima difesa, ma non certo in forma volontaria”. La moglie del gioielliere Roggero ritiene, inoltre, che il giudice “si sia sentito quasi obbligato dal suo ruolo a pronunciare una sentenza così brutale”.