La storia di Giordana Di Stefano, 20enne uccisa dall’ex compagno Luca Priolo a coltellate nel 2015, sarà raccontata questa sera alla trasmissione Storie di donne al bivio, dove Vera Squatrito, la madre della ragazza, sarà ospite di Monica Setta e ripercorrà le tappe che hanno portato ad un omicidio che sembrava annunciato, in quanto avvenuto proprio il giorno prima dell’inizio del processo per stalking, avviato in seguito alle numerose denunce sporte. Una relazione conflittuale e limitante per la giovane che aveva molte passioni tra cui quella per la danza, iniziata quando i due erano ancora molto giovani e dalla quale è nata anche una bambina di nome Asia, che oggi ha 13 anni.
La continua gelosia morbosa di Luca Priolo ed i suoi atteggiamenti possessivi poi avevano spinto Giordana, a 4 anni dalla gravidanza, a lasciare il fidanzato, che però non si era rassegnato all’idea, iniziando così a tormentarla con messaggi, chiamate, inseguimenti ed appostamenti sotto casa. Fino ad arrivare ad atti ancora più violenti come minacce e violazioni di domicilio e concludendosi con il delitto che l’assassino ha giustificato definendolo “raptus di follia“.
Giordana Di Stefano, uccisa con 42 coltellate il 6 ottobre 2015, l’ex Luca Priolo aveva pianificato tutti i dettagli dell’omicidio
Giordana Di Stefano aveva solo 20 anni quando il suo corpo senza vita fu ritrovato il 6 ottobre del 2015, all’interno dell’auto con la quale si era recata a concedere l’ennesimo “chiarimento” richiesto dall’ex, con il quale aveva mantenuto i contatti per questioni legate alla figlia, ma che non aveva mai accettato di essere stato lasciato. I Carabinieri di Nicolosi la stavano cercando dopo che la madre ne aveva denunciato la scomparsa. Dai dettagli dell’inchiesta emerse da subito che Luca Priolo aveva colpito la ragazza con 42 coltellate, inferte con un arma da taglio a lama corta. Giordana morì dissanguata e l’ex, rintracciato mentre stava tentando la fuga, dichiarò che si era trattato di un raptus di follia in seguito al rifiuto della donna di ritirare la denuncia per stalking.
In realtà però l’inchiesta scoprì che l’omicidio era stato pianificato in anticipo e che Priolo aveva studiato tutti i dettagli dall’acquisto del coltello alla telefonata per l’incontro fino al biglietto del treno con il progetto di scappare all’estero. Ora il ragazzo, condannato a 30 anni di carcere, continua a negare la premeditazione e negli anni ha minacciato più volte di uccidersi.
Omicidio Giordana Di Stefano, la mamma Vera Squatrito: “Mia figlia era innamorata non ha colto subito i segnali”
La storia d’amore tra Giordana Di Stefano e Luca Priolo, come ha confermato più volte anche la mamma della ragazza Vera Squatrito, era diventata in breve tempo una relazione ossessiva e morbosa. Nella quale il ragazzo aveva iniziato a mostrare atteggiamenti di gelosia estrema, negando la libertà alla ragazza e denigrando anche il suo aspetto fisico. Come spesso purtoppo accade però, la 20enne innamorata non ha colto subito i segnali e ha continuato a restare insieme al suo assassino nonostante tutto. Solo dopo la gravidanza, che era stata fortemente voluta da Giordana ma ostacolata da Priolo, al punto che lui voleva spingerla ad abortire, la vittima si è resa conto che non poteva continuare a subire le oppressioni ed aveva preso il coraggio di scegliere e restare da sola a crescere la bambina piuttosto che proseguire in un rapporto malato e limitante.
Da quel momento il rancore del ragazzo era cresciuto a tal punto da diventare stalking, denunciato però solo nel 2013. Alla segnalazione doveva seguire l’inizio di un processo proprio il 7 ottobre 2015, al quale però la vittima non ha potuto testimoniare. La mamma di Giordana ora è impegnata con incontri nelle scuole, nei quali si rivolge alle giovani ragazze cercando di educarle a riconoscere per tempo i rischi, spesso sottovalutati perchè sopraffatti dai sentimenti.