Giordana Di Stefano è stata uccisa con 48 coltellate dall’ex fidanzato Antonio Luca Priolo il 6 ottobre del 2015 a Nicolosi, in provincia di Catania. La mamma Vera Squatrito da anni lotta per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne, dopo che all’uomo che ha distrutto la vita di sua figlia e quella della nipote Asia (cresciuta con la nonna da quando aveva 4 anni) è stato condannato a 30 anni di carcere.



La donna, come raccontato in una testimonianza pubblicata integralmente dal Corriere della Sera in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in questi sei anni ha portato avanti azioni concrete con l’aiuto di una associazione da lei stessa creata. “Noto di anno in anno una partecipazione crescente, nei fatti e nelle teste delle persone, che mi fa sperare in un futuro migliore. Ma non posso non notare che poi, dal 26 novembre, tutte queste luci accese diventano fioche o si spengono del tutto. Le vite di noi vittime collaterali e quelle sospese delle donne che subiscono violenza, però, sono le stesse del 25”, ha sottolineato.



Giordana uccisa con 48 coltellate dall’ex: l’appello della mamma

Vera Squatrito, mamma di Giordana Di Lorenzo, uccisa con 48 coltellate dall’ex, è tornata dunque a rivolgere un messaggio alle istituzioni, tra le colonne del Corriere della Sera. “Forse è arrivato il momento di aiutare gli uomini violenti a contenere la rabbia. Forse è il tempo di pensare a loro, ai cosiddetti maltrattanti, molto più di quanto sia stato fatto finora. Davvero pensiamo che davanti al potenziali rischi fisici per lei possa bastare il braccialetto elettronico o il divieto di avvicinamento per lui?”. La risposta è, ovviamente, no.



Al tempo stesso, la donna, che si definisce una “vittima collaterale” del femminicidio, ha sottolineato come non sia sufficiente chiedere di denunciare a coloro che ogni giorno subiscono i maltrattamenti. “E se quando denunciano si facesse, per legge, una valutazione psicologica sul denunciato? Se si provasse a capire se e quanto potrebbe spingersi oltre? Un uomo non diventa violento all’improvviso, per raptus. E so che una buona valutazione del rischio può salvare la vita. È banale dirlo ma il problema della violenza sulle donne è un problema degli uomini”, ha concluso.