E’ una furia la Lega nei confronti del ministro della salute, Speranza, a seguito della decisione dell’ultimo minuto di bloccare la riapertura degli impianti sciistici. Oggi, 15 febbraio, le piste avrebbero dovuto riaprire dopo mesi di chiusura causa covid, ma nella giornata di ieri, a poche ore dal “gong”, il governo ha bloccato tutto prorogando lo stop. “La montagna, finora dimenticata, merita rispetto e attenzione: che risposte si danno e in che tempi al documento predisposto dalle regioni?”, il commento dei neo-ministri della Lega, Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia, sull’ordinanza di Speranza.



“Non è solo questione di cifre – hanno continuato – non è detto nemmeno che bastino i 4,5 miliardi richiesti quando la stagione non era ancora compromessa, probabilmente ne serviranno di più, a maggior ragione se ci sono altri stop. È prima di tutto una questione di rispetto per un sistema delicato che tanto contribuisce al benessere del Paese. Gli indennizzi per la montagna devono avere la priorità assoluta, quando si reca un danno, il danno va indennizzato; già subito nel prossimo decreto”.



GIORGETTI E GARAVAGLIA VS SPERANZA: IL MONDO LEGA ALZA LA VOCE

In generale è tutta la Lega a masticare amaro, a cominciare dal governatore della regione Lombardia, Attilio Fontana, che parla di “colpo gravissimo al settore”, non tanto per la decisione presa, in linea con l’emergenza sanitaria, quanto per la tempistica, visto che è giunta quando ormai era tutto pronto in montagna. I capigruppo leghisti, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, hanno invece chiesto al governo Draghi “un cambio di squadra a livello tecnico, aldilà di Speranza. Non si può – proseguono – continuare con il ‘metodo Conte’, annuncio la domenica e chiusura il lunedì, ad opera del trio Ricciardi-Arcuri-Speranza. Serve un cambio di passo e rispetto per la gente di montagna e per chi lavora, oltre a rimborsi veri e immediati”. Infine il pensiero del governatore veneto, Luca Zaia, che parla di “mazzata” e di decisione che “arriva troppo tardi”.

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