L’AUDIZIONE DEL MINISTRO GIORGETTI IN COMMISSIONE BILANCIO: LA VERSIONE DEL MEF SUL MES
«Non ho mai promesso in Europa la ratifica della riforma sul Mes»: lo ha garantito in commissione Bilancio della Camera il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, audizione organizzata a ridosso del voto sulla Manovra 2024 previsto tra oggi e venerdì. Il voto del 21 dicembre che ha di fatto bocciato la riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità – Pd, Azione, Italia Viva a favore; FI, centristi astenuti; FdI, Lega e M5s contrari – sta creando non poche problematiche all’interno del Parlamento, specie agli occhi delle istituzioni europee che chiedevano da tempo il via libera alla riforma per l’ultimo Paese rimasto in bilico. Il n.1 del MEF ha così accettato l’invito della Commissione Bilancio per indicare le scelte del Governo in materia di politica economica, dunque anche sul fronte Mes (sebbene non sia stato il tema principale al quale potrebbe essere dedicato un intervento ad hoc del Ministro Giorgetti nel mese di gennaio).
«Sono pronto a rispondere su tutto», ha detto il n.2 della Lega garantendo la piena risposta del Ministero su tutti i dossier aperti nella politica economica dell’Italia. «Dopo il quarto rinvio del voto», ha poi aggiunto sempre Giorgetti, «ho detto che una decisione il Parlamento avrebbe dovuto prenderla, per responsabilità entro il 31 dicembre. Il Parlamento ha votato, e l’ha fatto come avevo anticipato io in sede europea, avevo detto che con una larga maggioranza l’esito sarebbe stato il no al Mes». Il Ministro allontana le polemiche quando afferma di non aver mai detto – in nessuna sede europea o italiana – che il nostro Paese avrebbe ratifica il Mes: «ho letto cose assurde e false. Io ho solo ricordato in sede europea che il Parlamento italiano aveva di volta in volta rinviato la votazione su una richiesta che arrivava dall’opposizione». In definitiva, superando la diatriba tra pro-contro Mes, il titolare del MEF afferma come l’ex Fondo Salva Stati «non è la causa e nemmeno la soluzione ai nostri problemi», in quanto il vero problema del nostro Paese si chiama debito pubblico.
PATTO DI STABILITÀ, DEBITO E MANOVRA: COSA HA DETTO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA GIANCARLO GIORGETTI
«Il debito va tenuto sotto controllo, altrimenti questo Paese non ce la fa», ha infatti spiegato subito dopo il Ministro Giancarlo Giorgetti davanti ai colleghi della Commissione Bilancio alla Camera. «Abbiamo vissuto quattro anni in cui abbiamo pensato che gli scostamenti si potessero fare, che il debito e il deficit si potessero fare e si potesse andare avanti così senza tornare a un sistema di regole. Il problema non è l’austerità, il problema è la disciplina», ricorda con durezza il Ministro dell’Economia. Usando un’immagine esemplificativa, Giorgetti sottolinea come ormai «Ci siamo assuefatti a questo Lsd che abbiamo preso in questi anni». Anche per questo motivo è servito un compromesso finale sulla riforma del Patto di Stabilità e Crescita, tutt’altro che un potenziale “motivo” per la bocciatura del Mes in Parlamento: «Lo stop al Mes non rappresenta nessun fallo di reazione rispetto al nuovo Patto di stabilità europeo».
Giorgetti ha ricordato che il Governo non da oggi porta avanti la logica di “pacchetto” per affrontare i vari dossier delicati di politica ed economia europea: «Qui non c’è stato nessun fallo di reazione per il patto di stabilità – ha proseguito in Commissione – ma la presa d’atto che per quanto riguarda l’unione bancaria, il mercato dei capitali, l’assicurazione sui depositi purtroppo di progressi a livello europeo non se ne fanno. Dico purtroppo perché tutto si tiene. Il Mes nasce in un momento particolare – ha concluso in merito al tema Salva Stati – ho detto che come ministro delle finanze avere uno strumento in più rispetto a situazioni di potenziale pericolo sarebbe stato più comodo ma il nostro problema non è il Mes ma il debito».
Sul Patto di Stabilità Giorgetti ha le idee chiare, non c’è una promozione ma neanche una bocciatura in quanto è stato un mero compromesso: «è un compromesso, se un compromesso verso il basso o verso l’alto, io ho detto e ribadisco che le valutazione le faremo tra qualche tempo. Il successo italiano è la possibilità dell’allungamento fino a 7 anni per coloro che rispettano il Pnrr. Vuol dire che bisogna rispettare il Pnrr – sottolinea Giorgetti – in tutta questa flessibilità è entrata ed è un grande successo del nostro Paese». Il problema di porre un veto sul Patto, tesi circolata prima dell’ultimo Ecofin, era che in quel modo si aveva il rischio di tornare a regole «molto peggiori di quelle che il governo si troverà nei prossimi mesi». Dopo la firma dell’Italia con tutti gli altri Paesi Ue al nuovo Patto, non si prevedono nuove Manovra aggiuntive-correttive nei prossimi mesi: «Le previsioni che abbiamo previsto in Nadef sono coerenti con quanto previsto dal nuovo Patto di Stabilita’ e quindi non sono necessarie manovre diverse o aggiuntive», garantisce il Ministro che allo stesso tempo chiude la porta a qualsiasi proroga potenziale da lanciare sul Superbonus 110%, «E’ il Parlamento a decidere, ma io so quale è il limite oltre il quale non si può andare, questa è la realtà dei numeri e il superbonus è come una centrale nucleare che ancora non riusciamo a gestire». Viene infine rivendicato lo sforzo del Governo sulla Manovra per privilegiare le aree a basso reddito del Paese, mandando in soffitta invece la maggior parte dei bonus una tantum: «Abbiamo voluto non disperdere importanti risorse indirizzate a bonus monodirezionali, questa è la filosofia della legge di bilancio. Così lo sforzo per le famiglie e le imprese produrrà crescita».