È un braccio di ferro che molto probabilmente sarà il vero “sale” dell’imminente Consiglio dei Ministri in programma alle 16 e alle 20.30 dopo la sospensione per la cena: gli attacchi del n.2 della Lega non sono piaciuti per niente non solo al Premier ma a tutta la compagine M5s che fa quadrato attorno al proprio Presidente, acuendo la crisi di Governo in atto a meno 6 giorni dalle Elezioni Europee. «Per stare al governo serve pazienza e moderazione. Noi pazientiamo, sopportiamo ma dal 26 maggio, finita la campagna elettorale, o ci si mette a lavorare seriamente con affiatamento oppure ognuno a casa sua. Senza polemica», ha ribadito Giorgetti durante un evento elettorale della Lega a Suzzara (Mantova). Il Ministro Toninelli difende Conte e dal Parlamento attacca «Sono convinto che oggi se ne parlerà al Consiglio dei ministri. Guai ad attaccare un presidente del consiglio che tiene insieme due forze differenti. Voglio parlare con Giancarlo, non si può mettere in dubbio l’imparzialità del presidente del consiglio». La domanda in merito alla fiducia in Conte è stata posta anche al Ministro Salvini che ha provato a spegnere la polemica «Ho assolutamente fiducia in Conte. Discussi con lui sulla Tav ma se non avessi fiducia nel Governo non vare qui» ha spiegato il vicepremier in attesa che la faida continui e si consumi all’interno della più che infuocata riunione a Palazzo Chigi.



CONTE REPLICA A GIORGETTI “PAROLE GRAVISSIME”

Non potevano che giungere immediate e altrettanto dure le reazioni dal mondo M5s dopo l’intervista-bufera di Giancarlo Giorgetti a la Stampa: «vorrei chiarire che il premier sin da quando è iniziata la competizione elettorale non si è mai lasciato coinvolgere, non troverete mai una mia dichiarazione a favore dell’una o dell’altra parte politica. Vedo che in questo rush finale la vis polemica e le reazioni emotive diventano più accese. Però attenzione, lo dico a tutti, quando la dialettica trascende fino a mettere in dubbio l’imparzialità del premier la cosa non è grave ma gravissima», spiega il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in attesa del Consiglio dei Ministri che è stato convocato per stasera alle 20.30. Ancora il Premier, furente, aggiunge «C’è una grammatica costituzionale: se si mette in dubbio l’imparzialità e l’operato del presidente del Consiglio si mette in discussione anche l’azione di governo e allora bisogna farlo in base a percorsi chiari e trasparenti. Le sedi ufficiali sono innanzitutto il Consiglio dei ministro e in prospettiva anche il Parlamento. Non possiamo accettare allusioni, insinuazioni affidate alla stampa con una mezza intervista, un mezzo video su Facebook. Chi lo fa se ne assuma conseguentemente la responsabilità».



CONTE E CRISI DI GOVERNO: L’ALLARME DI GIORGETTI

Non è la prima volta che il n.2 della Lega Giancarlo Giorgetti – e Sottosegretario del Premier Conte – lancia l’allarme su una ipotetica ma realissima crisi di Governo: se poi lo fa due volte in due settimane, lo spettro di una frattura tra Lega e M5s dopo il voto delle Elezioni Europee si avvicina sempre di più. Come analizzato anche sulle nostre pagine questa mattina, tra Sea Watch (e più in generale il nodo dei migranti), voto a Bruxelles e manovra economica si gioca il futuro del Governo Conte anche se il Sottosegretario di Palazzo Chigi vede una foschissima nebbia all’orizzonte: «non so neanche se riusciamo più a fare un ordine del giorno per il CdM», previsto per oggi con a tema l’altrettanto divisivo Decreto Sicurezza bis (dopo la lettera furente dell’Onu giunta sabato contro Salvini e il Viminale, ndr). Dalle colonne de La Stampa, Giorgetti lancia l’allarme: «Salvini è visto come un pericolo e le bombe arrivano da tutte le parti. Se sfidi il potere costituito in Italia e in Europa diventi un pericolo che in qualche modo deve essere sterilizzato […]. Pensi che a livello nazionale, in funzione anti-Salvini, hanno fatto diventare ragionevole e utile anche il 5 stelle Di Maio».



GIORGETTI “MINACCIA” LA CRISI DI GOVERNO

Gli affondi di Giorgetti sono come sempre pochi ma essenziali e dal crudissimo realismo politico: «Il Movimento 5 Stelle ci fa opposizione e Conte non è più super partes. Ormai il governo è paralizzato». Lapidario, freddo e allarmante l’appello del n.2 di Salvini scuote l’inizio di settimana che porterà l’Italia alle Elezioni Europee: «Loro con i punti fermi non aiutano a risolvere i problemi – spiega il leghista – il Paese ha bisogno di sbloccarsi e loro hanno posizioni, magari legittime dal punto di vista ideologico, ma troppo ideologiche». Altro affondo di Giorgetti arriva contro il Premier Conte, pur stimandolo nel lavoro di bilanciere di questi ultimi mesi: «ha cercato e cerca di interpretare un ruolo di mediazione che non può essere solo quello dei buoni sentimenti. La sensibilità politica lui non ce l’ha e quando lo scontro si fa duro ed è chiamato a scendere in campo fa riferimento alla posizione politica di chi lo ha espresso – conclude il Sottosegretario – non ha i pregiudizi ideologici del mondo grillino. Ma lui non è una persona di garanzia. È espressione dei Cinque Stelle ed è chiamato alla coerenza di appartenenza». Insomma, tira brutta aria e con lo sfogo finale – «la lealtà di Salvini con Di Maio è irragionevole» – fa ben comprendere cosa la Lega chieda al suo capo politico per dopo le Elezioni: ora la “palla” passa al vicepremier, ma è tutt’altro che prevedibile quello che potrà accadere nelle prossime settimane.