La politica monetaria della Banca centrale europea preoccupa, e non poco, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. A margine di un convegno organizzato a Milano dall’Ordine dei commercialisti, ha spiegato che “la gestione della politica monetaria“, finalizzata al contrasto dell’inflazione, “sta portando a dei rialzi dei tassi di interesse sconosciuti ad un mondo che era abituato a vivere con tassi d’interesse zero o negativi“. Questo per Giorgetti “pone dei problemi seri a chi ha dei bilanci fortemente indebitati come quello italiano“.
Giancarlo Giorgetti ha poi evidenziato l’approccio che ha avuto il governo sui conti pubblici, precisando che “è stato prudente e responsabile“. A tal proposito, ha garantito: “Continueremo in questo senso“. Il ministro dell’Economia ha proseguito spiegando che “avere conti in ordine è un esigenza assoluta per il nostro Paese, che deve mantenere la fiducia dei mercati” con l’obiettivo di scongiurare un aumento dei “costi di finanziamento” ed “evitare ripercussioni” per famiglie e imprese.
“PERCHÉ RIALZO TASSI BCE È PROBLEMA PER ITALIA”
“Il debito rispetto al Pil si attesta al 144,7% nel 2022, sarà il punto di riferimento in relazione anche alla discussa e in discussione revisione della governance economica europea“, ha aggiunto Giancarlo Giorgetti. Sempre a proposito dell’azione del governo, secondo Giorgetti “si è concentrata nel minimizzare il rischio di recessione“. Quindi, ha aggiunto: “Dagli ultimi dati sembra essere scongiurata, incrociamo le dita“. Le parole del ministro dell’Economia arrivano all’indomani delle dichiarazioni della presidente della Bce Christine Lagarde, secondo cui molto probabilmente nella riunione del prossimo 16 marzo verranno alzati i tassi di altri 50 punti base. Questo vuol dire che il denaro costerà di più e fare prestiti diventerà più costoso. L’impatto si farà sentire sia sulle famiglie sia sulle imprese, ma anche in generale per le nazioni che si finanziano emettendo titoli di Stato. Visto che l’Italia ha un debito molto alto, e ogni anno deve piazzare sul mercato titoli per circa 300 miliardi di euro per rimpiazzare quelli che arrivano a scadenza e vanno rimborsati, è evidentemente esposta agli incrementi. Infatti, se i tassi sono più alti, anche quelli da pagare sui titoli di nuova emissione saranno maggiori.