«La riforma fiscale? Credo che non ci sia il tempo»: al suo modo, con franchezza e sintesi, il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha spiegato nell’evento al Teatro Petruzzelli di Bari “La Ripartenza” (organizzato dal giornalista Nicola Porro, ndr). Uno dei punti più importanti del programma della Lega e dell’intero Centrodestra sarà molto difficile portarla a casa viste le tempistiche strette e soprattutto una maggioranza di Governo è che insieme solo per due motivi: «per la presenza di Draghi» e per «l’unità nazionale in vista dell’emergenza sanitaria e del Recovery Plan», spiega ancora il n.2 della Lega dal palco barese, con l’amarezza di chi su quella riforma spenderebbe molto più tempo e risorse per cambiare davvero il Paese.
«Siccome faccio dei discorsi di verità, credo che non ci sia il tempo per fare una roba significativa e profonda», è l’intervento del Ministro Giorgetti, aggiungendo «Potrei dire il contrario, ma direi una cosa secondo me non possibile. Se penso all’orizzonte temporale anche più ottimistico che abbiamo davanti, queste riforme implicano anche un profondo ripensamento delle basi si cui si deve costruire l’economia: tassazione sui consumi, sul lavoro, come gestire la globalizzazione sulla tassazione».
“LA RIFORMA FISCALE SERVE”
La riforma fiscale sarà comunque il vero punto di sfida della prossima legislatura, assieme al tema del lavoro da “riqualificare” in vista del cambio deciso dell’economia europea verso Green e Digitale. «La ricetta decisa a livello europeo è che il nuovo sistema economico si dovrà incardinare nelle due dimensioni del pilastro digitale e green. Avremo da qui a qualche anno un’economia totalmente diversa, avremo dei settori che cresceranno e altri che moriranno». Per il Ministro del MISE Giorgetti, i casi che vediamo oggi di aziende che chiudono inevitabilmente si ripeteranno e servirà una strategia nuova per rilanciare il lavoro e proteggere le categorie che inevitabilmente saranno più colpite: «alcuni settori sono condannati a morte. È una sorta di eutanasia decisa in conseguenza della scelta politica che è stata fatta. Non entro nel merito della decisione, ma si sappia che questa politica avrà costi economici e sociali enormi che dovranno essere gestiti. Ci sarà da pagare un prezzo in termini di disoccupazione. Possiamo scegliere la strada del green deal, ma bisogna sapere che ha un prezzo: l’industria che produce motori diesel fra qualche hanno chiuderà e l’auto elettrica avrà bisogno di metà degli occupati di oggi». In chiusura dell’evento “La Ripartenza”, ha parlato anche la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati che sul fronte del fisco punta comunque molto dei prossimi anni: «Gli investimenti da soli non bastano – spiega l’ex CSM – Bisogna sì investire, però lo Stato non può dare con una mano e prendere con l’altra, finché abbiamo una tassazione così forte. Occorre fare una riforma fiscale seria per i cittadini, per le famiglie, per gli imprenditori che sono quelli delle piccole e medie industrie che hanno costituito l’ossatura economica del nostro Paese».