L’AUDIZIONE DEL MINISTRO GIORGETTI SUL PROSSIMO DEF: “ASCIUTTO E CON NOVITÀ A BREVE. APPROVATO ENTRO IL 10 APRILE IN CDM”
Entro il prossimo 10 aprile il Governo Meloni si appresta a varare un Def più “asciutto” e con diverse novità rispetto al passato: lo ha detto stamane il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in audizione alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, annunciando la più che probabile prossima procedura d’infrazione europea sul tema dei conti pubblici. Con ogni probabilità tra lunedì e mercoledì prossimo verrà convocato il CdM del Governo Meloni per approvare il Documento di Economia e Finanza che “anticipa” da tradizione le spese e i conti poi inseriti nella prossima Manovra di Bilancio 2025.
«Il Def a breve verrà presentato al Parlamento e avrà una conformazione leggermente diversa rispetto al passato, più leggera», spiega il Ministro Giorgetti in merito all’arrivo del Documento in Consiglio dei Ministri all’inizio della prossima settimana, «sarà assai asciutto, credo lo approveremo entro i primi 10 giorni di aprile». Nel “nuovo” Def la prima e la terza sezione, ovvero il Programma di Stabilità e Programma nazionale di riforma, saranno assorbiti rispettivamente dal Piano fiscale-strutturale di medio termine e dal Rapporto di monitoraggio. Le regole di governance in via di approvazione in questi mesi in sede europea introducono, aggiunge il titolare del MEF, introducono un nuovo strumento di programmazione, che è per l’appunto il Piano fiscale-strutturale di medio termine.
Per l’anno in corso sarà applicato un regime transitorio, che prevede la presentazione entro il 20 settembre, ma a regime ufficiale occorrerà presentare il programma alla Ue entro ogni 30 aprile. Da ultimo, «la normativa europea richiede la presentazione di un Rapporto di monitoraggio annuale», rileva Giorgetti. Per il Ministro dell’Economia, l’Italia seguirà le istruzioni ricevute negli ultimi negoziati europei ma la gran parte di queste regole ancora non sono delicate o precisate, dunque «non si possono applicare ma questo era facilmente prevedibile data la complessità delle medesime e la situazione. Dopodiché ci saranno comunque numeri interessanti». A chi chiedeva un’anticipazione sul valore del debito pubblico italiano che verrà inserito nel Def, Giorgetti scherza, «facciamo un po’ di suspance»
I CONTI PUBBLICI E LA PROCEDURA D’INFRAZIONE ALL’ITALIA: COSA HA DETTO GIORGETTI
Tema chiave resta comunque il futuro del debito italiano ed europeo con il ritorno del Patto di Stabilità nel 2024 dopo la sospensione rimestata intatta durante l’epoca Covid e la successiva crisi energetica per la guerra in Ucraina: «Essendo terminata a fine 2023 la sospensione del Patto di Stabilità e crescita introdotta a seguito della pandemia e prorogata per via della crisi energetica, in base all’indebitamento netto registrato dall’Italia lo scorso anno (7,2 per cento del pil secondo le prime stime Istat) è scontato che la Commissione europea raccomanderà al Consiglio di aprire una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti del nostro come di diversi altri Paesi», così sottolinea il Ministro Giorgetti sempre davanti alle Commissioni Bilancio riunite in Parlamento. La riforma della governance Ue resta al centro delle dinamiche dell’uscente Commissione così come, inevitabilmente, andrà chiarita con la prossima legislatura Ue: «I principi costituzionali dell’equilibrio tra le entrate e le spese del bilancio, o della sostenibilità del debito pubblico, continuino ad essere ancora attuali nel nuovo quadro di governance economica europea».
Giorgetti si dice convinto che però ogni altro intervento di riforma costituzionale debba essere valutato con molta attenzione, in quanto non bisogna introdurre nell’assetto «disposizioni troppo legate a contingenze di breve periodo, con il rischio di perdere rapidamente di attualità e di visione di sistema». In tutto il negoziato Italia e Francia hanno battagliato con gli altri partner Ue per provare a convincerli di alcune modifiche sull’assetto normativa: «noi eravamo già in Edp (procedura per disavanzo eccessivo, ndr). La procedura di deficit eccessivo era già scontata nel Def che abbiamo presentato dell’anno scorso». Ora si hanno altre regole e perciò diversi Paesi andranno nella procedura d’infrazione: «noi, la Francia, e altri 10. Non siamo così fessi da non aver fatto un negoziato non sapendo esattamente quale era terreno e lo scenario in cui noi andavamo ad inserirci», ha aggiunto il numero 2 della Lega.
Resta però che l’indagine conoscitiva dopo il Def potrà comunque essere l’occasione in ambito europeo e italiano di «valutare, come d’altronde suggerito anche dal Parlamento, la necessità di eventuali e ulteriori aggiustamenti utili a superare le criticità dell’assetto contabile interno, non direttamente connesse al processo di riforma delle regole europee, che l’esperienza degli ultimi anni ha fatto emergere». L’auspicio di Giorgetti è che in tali sedi si possano instaurare «un dialogo proficuo finalizzato ad aggiornare l’assetto normativo, tenendo conto delle riflessioni delle diverse istituzioni e dei dati dalle prassi degli ultimi anni». Di contro, i vincoli della nuova governance Ue richiedono un “cambio di prospettiva” sulle garanzie pubbliche, che dalla fase emergenziale «ci riporti progressivamente verso un percorso ordinario». Il livello del debito pubblico italiano, conclude il Ministro, per ragioni evidenti di sostenibilità «richiede la massima ponderazione delle risorse da destinare alle singole politiche pubbliche e, oramai, l’innegabile necessità di misurare e monitorare gli effettivi benefici di ogni singola spesa».