Non ci sono due Leghe ma una sola e per il Quirinale il sogno è Draghi: numerosi e considerevoli gli spunti offerti da Giancarlo Giorgetti ai microfoni de La Stampa. Il ministro dello Sviluppo economico, esponente di spicco della Lega, ha smentito le ricostruzioni giornalistiche sulla presunta rottura nel Carroccio, parlando di sensibilità diverse: «Amando le metafore calcistiche direi che in una squadra c’è chi è chiamato a fare gol e chi è chiamato a difendere. Io per esempio ho sempre amato Pirlo. Qualcuno deve segnare, qualcuno deve fare gli assist».



Le elezioni amministrative sono alle porte e Giancarlo Giorgetti ha un’idea ben precisa su Roma: può vincere Carlo Calenda. «Al netto delle esuberanze, mi pare che abbia le caratteristiche giuste per amministrare una città complessa» come la Capitale, il parere del titolare del Mise. Ma non solo: freddezza sul nome di Michetti, secondo il numero due di Salvini «il candidato giusto sarebbe stato Bertolaso». A Milano Sala può vincere al primo turno, ha rimarcato, mentre il discorso è diverso per Torino: «Credo che (Damilano, ndr) possa vincere al secondo turno».



GIORGETTI: “QUIRINALE, NON ESCLUDEREI CASINI”

Giancarlo Giorgetti

s’è poi soffermato sulla partita del Quirinale e ha esordito sottolineando che le chances di Berlusconi sono poche. Importanti le sue parole su Draghi: «La vera discriminante politica per i prossimi sette anni è che cosa fa Draghi. Va al Quirinale? Va avanti col governo? E se va avanti con chi lo fa?». Il ministro dello Sviluppo economico ha un giudizio limpido – «vorrei che rimanesse lì per tutta la vita» – ma è conscio delle possibili spaccature all’interno della coalizione di governo.

«L’interesse del Paese è che Draghi vada subito al Quirinale, che si facciano subito elezioni e che governi chi le vince», ha proseguito Giorgetti. Impossibile l’ipotesi Mattarella-bis, considerando l’ostilità di FdI, mentre uno dei nomi più spendibili è quello di Casini: «Non lo escluderei. Casini è amico di tutti, no?».