Giorgia è uno dei personaggi principali del programma In arte… Mina, la cui protagonista, appunto, è Mina, una donna a cui lei, artisticamente parlando, si ispira sicuramente. In primis, come collega, prova a giustificare la sua scelta di ritirarsi dalle scene: “Penso che lei avesse una pressione totale, assoluta, veramente da non poter uscire di casa. Poi per una donna questa cosa è veramente esasperante”. L’intervista con Pino Strabioli, conduttore del programma, prosegue con una notazione tecnica da parte della cantante. A Strabioli, che le chiede se sia davvero così difficile cantare un brano come Brava, Giorgia replica: “È difficilissimo e Mina ha un’estensione pazzesca. Ci vuole un fiato, un’agilità nelle corde vocali che lei ha sempre avuto. E il saper giocare con la voce, con il timbro, che è quel suono che tu riconosci tra milioni. Ma Mina è sempre stata brava in questo. È una ginnasta delle corde vocali”. Guai a chiamare lei “la nuova Mina”: “Mina non si tocca. Non si può paragonare, non è paragonabile”, protesta. (agg. di Rossella Pastore)



Giorgia racconta la ‘sua’ Mina

Giorgia è tra le ospite di “In arte Mina“, lo speciale di Pino Strabioli dedicato alla Tigre di Cremona, la grande voce della canzone italiana. La cantante romana è da sempre una grande fan dell’unica ed insostituibile Mina Mazzini con cui ha avuto anche la fortuna di collaborare nel 2007 nel brano “Poche parole” contenuto nel disco “Stonata”. Un momento che la cantante ha ricordato così: “quando ho ascoltato quello che lei aveva fatto ho capito che non c’era bisogno di dire niente, non avremo avuto nient’altro da dirci. Le ho mandato una proposta con grande amore e rispetto e un forte desiderio che era più un sogno che un desiderio. Per quanto non credessi che poi lei avrebbe fatto questa cosa, non solo l’ha fatta, ma l’ha fatta in un modo eccezionale”. Una collaborazione che Giorgia ricorda con grande emozione, anche se la star di “Quando una stella muore” ha collaborato durante la sua straordinaria carriera con tantissimi artisti come Olly Murs, Alicia Keys e Ivano Fossati. Parlando proprio di loro, dalle pagine di Velvet Music (data 20 nov 2013) ha detto: “Olly Murs è stato una scintilla, un momento di entusiasmo: nonostante sia molto giovane, canta bene ed è particolarmente attento, preciso. Alicia è una poesia di donna, quando parla sembra già che canti: è una bellissima luce. Ivano è il maestro funky-soul, del resto se dentro non hai del soul “La mia banda suona il rock” la canti in un altro modo”.



Giorgia: “E poi è la mia canzone più bella”

Una carriera ricca di successi quella di Giorgia che però se dovesse mai scegliere la canzone più bella del suo repertorio non ha alcun dubbio. “E poi”, perché mi ha fatto crescere molto, ha rappresentato l’inizio di qualcosa di importante: ho scritto anche le parole di quella canzone, ancora oggi riesce a darmi sensazioni nuove, io stessa mi ritrovo a cantarla in maniera diversa, cosa che non mi riesce invece con altri brani che interpreto da quasi 20 anni” – ha rivelato l’artista a Velvet Music (data 20 nov 2013). Tra una chiacchiera e l’altra Giorgia ha poi ricordato Mia Martini con cui ha cantato durante un’ospitata televisiva nel 1995, poco prima della morte della cantante di “Almeno tu nell’universo”. “Mi fai venire voglia di cantare“, così mi diceva Mimì. Solo oggi capisco quanto contasse una frase del genere, detta a una ragazzina da un’interprete matura, gigantesca. Lei è eterna, aveva la lacrima nella voce, come Billie Holiday. Pensa che le prove di quel programma furono fatte poco prima di Sanremo. Io le feci ascoltare ‘Come saprei’, non ci crederai, ma mi disse: “Con questo pezzo tu vinci“. Portò benissimo, alla faccia di tutti quei maledetti che l’hanno massacrata…” – ha confessato Giorgia che però si è ritrovata a fare i conti con la morte.



Nel 2002 l’ex compagno Alex Baroni muore in un terribile incidente in moto; un momento difficilissimo della sua vita che ancora oggi non ha superato. “Quella è la voragine della mia vita. Il tempo passa, fai cose, cresci, cambi, però, quel buco nero, il fatto di non poter cambiare le cose, rimane sempre lì, come se fosse cinque minuti fa. E si rinnova ogni volta che perdi qualcuno. Quello è un punto che mi ha cambiato per sempre” – ha confessato la cantante a Io donna (16 novembre 2018) precisando “tu vai avanti e lui è fermo ai 35 anni che aveva. Fu tutto terribile: quei giorni di attesa, le nottate in ospedale, quel guardarci senza poterci dire niente… Sono cose che non puoi mettere via. Te le sistemi, le metti nel famoso cassetto, poi, appena lo apri, viene fuori tutto. Però per me è stato un modo di accedere a una dimensione più spirituale. Noi siamo tutta mente, ma si può imparare a sentire quello che non si vede”.