L’accordo tra Italia e Albania sui migranti potrebbe diventare un punto di riferimento per l’Europa intera: non ha dubbi Giorgia Meloni. Intervistata dal Messaggero, il primo ministro ha evidenziato che quello raggiunto con Tirana è “un accordo che rafforza il partenariato strategico tra Italia e Albania e si pone sostanzialmente tre obiettivi: contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari e accogliere in Europa solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale”.



Meloni ha rimarcato che l’intesa potrebbe diventare “un modello di collaborazione tra Paesi UE e Paesi extra-UE sul fronte della gestione dei flussi migratori” e si pone lo scopo di rafforzare il partenariato strategico tra i due Paesi, con tre obiettivi: “Contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari e accogliere in Europa solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale”.



Meloni sull’accordo con l’Albania

Nel corso del dialogo con il quotidiano capitolino, Meloni ha precisato che Tirana consentirà a Roma di utilizzare alcune aree in territorio albanese – segnatamente il porto di Shengjin e l’area di Gjader – nelle quali l’Italia potrà realizzare due strutture dove gestire ingresso, accoglienza temporanea, trattazione delle domande d’asilo e di eventuale rimpatrio dei migranti. A tal proposito, il premier ha specificato che “l’accordo si applica agli immigrati soccorsi in mare, ad eccezione di minori, donne in gravidanza e soggetti vulnerabili”. Dal canto suo, l’Albania collaborerà con le sue forze di polizia sul fronte della sicurezza e della sorveglianza esterna delle strutture. Un’intesa dal grande spirito europeo ha evidenziato Meloni: “L’Albania si conferma non solo una Nazione amica dell’Italia ma anche una Nazione amica dell’Unione Europea”. Sui centri, Meloni ha aggiunto che “opererà personale italiano, le nostre Forze di polizia e le nostre Commissioni d’asilo”.

Leggi anche

SALVINI ASSOLTO/ Nessun reato, una sentenza che aiuta l’Ue e avvicina la riforma della giustizia