LA PREMIER MELONI ALLA FESTA DE “IL TEMPO”: NELLA VIDEO INTERVISTA CON CERNO DIFENDE L’ACCORDO CON L’ALBANIA

Nella splendida cornice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma mercoledì sera la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni interviene alla festa de “il Tempo”, facendosi intervistare dal direttore Tommaso Cerno e affrontando tanti temi che potrebbero tranquillamente trovare spazio nella prossima conferenza stampa dopo il rinvio del 22 ottobre scorso. A due anni dal giuramento del suo primo Governo, la leader FdI difende i risultati raggiunti sul piano del contrasto all’immigrazione clandestina anche se non ritiene di avere ancora concluso gli obiettivi prefissati dal programma di Centrodestra.



Quello che è certo per Giorgia Meloni è che l’accordo con l’Albania, messo in crisi dalla sentenza della scorsa settimana del tribunale civile di Roma, resta un punto chiave del Governo e non intende abbandonare il progetto nonostante gli ostacoli attuali: «il protocollo Italia-Albania funzionerà». Meloni sottolinea di non voler accettare che un modello come questo, rispettato dalla Ue e anche da Paesi tutt’altro che di destra, possa essere di sto smontato per il solo fatto che «c’è una parte della politica che non è d’accordo su questa lettura e su come deve essere gestita l’immigrazione».



GIORGIA MELONI SULLA MAGISTRATURA: “NON C’È NESSUN COMPLOTTO MA IL FREGARSENE DELLA VOLONTÀ POPOLARE”

Per questi motivi quanto avvenuto con la sentenza della giudice Silvia Albano, esponente di Magistratura Democratica che già negli scorsi mesi aveva pre-annunciato di non condividere la sostanza dell’accordo (votato da Parlamento e non fermato dal Quirinale), non viene ritenuto sensato dalla Presidente del Consiglio: sempre nell’intervista con “Il Tempo” Giorgia Meloni definisce insensata e «irragionevole» la sentenza pronunciata dal Tribunale di Roma che portato poi il Governo a produrre in tempi rapidi il Decreto “Paesi sicuri”.



Collegata a doppio filo alla vicenda Albania, la famosa “mail segreta” – rivelata proprio da Cerno su “Il Tempo” – del giudice Patarnello dove si legge della «pericolosità di Meloni» rispetto anche allo stesso Berlusconi ha fatto gridare molti nel Centrodestra ad un ulteriore “complotto” di parte della magistratura contro l’azione del Governo. La leader FdI prova a smorzare i toni da un lato dicendo di non credere che vi sia un «disegno di sovvertire la volontà» del popolo italiano. Di contro però, Meloni affonda il colpo contro Magistratura Democratica (di cui fanno parte tanto Albano quanto lo stesso Patarnello) sottolineando di temere un certo «menefreghismo della volontà popolare»: il concetto basico della Premier è che una parte di sinistra, e in questo caso anche di magistratura, ritiene giusto che se il popolo non vota quello che si auspica e dunque «non capisce cosa deve votare» allora «vanno corrette le scelte del popolo». Per la “mail segreta” spifferata al “Tempo”, conclude Meloni, si legge che la leader FdI agisce non per interessi personali ma per volontà politiche e questo sarebbe l’elemento di pericolosità politica: «Una politica forte, che non ha scheletri nell’armadio, che non ha una seconda agenda e non è condizionabile è un problema per molti».

MANOVRA E CASO SPANO: COSA HA DETTO MELONI AL “TEMPO”

Nell’intervista per gli 80 del quotidiano romano è stato chiesto anche un rapido commento alla Manovra di Bilancio ieri firmata dal Capo dello Stato e da domani in esame nella Commissione della Camera dei Deputati: in attesa di una possibile imminente conferenza stampa, Meloni rivendica i 30miliardi stanziati con le fatiche di dover ancora pagare conti passati (su Superbonus e Reddito di Cittadinanza, su tutti), ma ribadisce che non vi saranno aumenti di tasse per le fasce medio-basse della popolazione.

Il tutto tenendo i conti in ordine visti gli stretti vincoli tornati quest’anno da Bruxelles con il nuovo Patto di Stabilità: prossimo target fissato dal Governo per la prossima Manovra è quella di avere più fondi a disposizione così da poter procedere con un altro punto del programma di due anni fa, ovvero il taglio delle tasse per il ceto medio italiano. C’è stato poi spazio per una polemica non da poro sorta all’interno del suo stesso partito, Fratelli d’Italia, con le dimissioni del capo di gabinetto del nuovo Ministro della Cultura Giuli. Il “caso” Spano riguarda un conflitto d’interessi tra il dimissionario capo di gabinetto e il compagno che lavora presso il MAXXI per una nomina fatta durante la presidenza Melandri (ex Pd) del museo romano: Meloni chiede dunque di riportare il tema a chi prese all’epoca la decisione, e non al Ministro Giuli entrato ora al Ministero, «perché però l’inchiesta di Report esce adesso?», si chiede polemicamente la Presidente del Consiglio.