L’INCONTRO A PALAZZO CHIGI TRA GIORGIA MELONI E BILL GATES: DI COSA HANNO PARLATO

Questa mattina il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi il fondatore di Microsoft, Bill Gates, in un incontro durato un’ora circa e alla presenza del presidente della commissione AI per il Dipartimento informazione ed editoria, padre Paolo Benanti. Dopo aver richiamato fin dalla sua elezione il tema dell’intelligenza artificiale come uno dei punti cruciali su cui costruire il futuro della società umana – e facendone un cardine della presidente italiana del G7 – Meloni ha organizzato da tempo lo scambio di idee con il magnate e imprenditore Usa.



Come anticipato dalle fonti di Governo nelle scorse ore, durante il colloquio tra Bill Gates e la Premier FdI si è parlato ampiamente di AI e di sviluppo tecnologico per il prossimo futuro: al momento non è stato diffuso un comunicato ufficiale da Palazzo Chigi, ma non è escluso che nelle prossime ore qualcosa possa emergere dalle rispettive parti incontratesi a Roma. Lo scorso 13 giugno dopo aver incontrato Elon Musk a Palazzo Chigi, era stata la stessa Meloni a informare sui contenuti della visita ufficiale con un comunicato apparso sui social.



PADRE BENANTI (COMMISSIONE AI): “BILL GATES TEME I RISCHI, SERVE UN’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NELLE MANI GIUSTE”

Ad approfondire però i contenuti emersi nel confronto nel Palazzo del Governo ci ha pensato il teologo padre Paolo Benanti, presidente del della commissione AI per il Dipartimento informazione ed editoria (nominato di recente dopo le dimissioni di Giuliano Amato, ndr): lasciando Palazzo Chigi dopo aver preso parte all’incontro, il teologo ha spiegato ai giornalisti «Io ho partecipato solo a un piccolo pezzo dell’incontro in cui si parlava chiaramente delle sfide che  pone l’intelligenza artificiale». Benanti spiega di aver avuto davanti Bill Gates («qualcuno che ha fatto la  storia di questo settore») e la Premier Meloni, «che ha espresso tutta una serie di cose che abbiamo già  sentito espresse nel discorso che ha fatto all’Onu o in altri discorsi».



Quello che sottolinea padre Benanti è l’interesse che emergerà nei prossimi mesi dopo l’incontro di Palazzo Chigi, dove «si sono aperti spazi di dialogo»: parlando ancora con i giornalisti, il teologo aggiunge «Bill Gates, da tecnologo ha soprattutto sottolineato i grandi  vantaggi di ottimizzazione di alcuni processi che possono arrivare.  Per quanto riguarda i rischi lui dice che l’importante è che siano le  mani giuste, approcci differenti». Intervenuto poche ore dopo in audizione in commissione di Vigilanza Rai, padre Benanti ha stilato i punti chiave dello sviluppo AI in ambito editoriale: «Come commissione vogliamo guardare che tipo di impatto può avere questa nuova forma di automazione in un settore specifico come quello dell’informazione e dell’editoria. Abbiamo voluto prima di tutto ascoltare i giornalisti, gli editori e i player tecnologici. Sono emersi tre grandi temi: il primo è la figura del giornalista, figura fondamentale per nutrire quella parte dell’opinione pubblica e tutto ciò che sostiene il funzionamento democratico. Ecco, oggi il giornalista potrebbe essere un elemento secondario nella produzione della notizia: potrebbero esistere redazioni senza giornalisti, e questa è la prima grande sfida». Dopo la figura del giornalista, la seconda questione riguarda la presenza di giornalisti in contesti democratici – «questo avviene solo se il settore dell’editoria è capace a mantenere tutto questo» – mentre la terza si riferisce al ruolo giocato dai grandi colossi della tecnologia, «che al momento non rispondono alle logiche degli editori».